10/09/2004 - Dedicato a Kramer


1. Gianni Coscia e Mauro Negri
 - 2. Scoiattoli confusi

2004_09_10_113
Grande musica e divertimento in piazza Alberti. Due grandi interpreti della musica jazz (e non solo) - Gianni Coscia, fisarmonica, e Mauro Negri, clarinetto e sax - suonano per una sera insieme, uniti nel nome di Gorni Kramer. Dopo di loro, Cristina Zavalloni (voce) e Stefano De Bonis (pianoforte) reinventano con ironia un repertorio estremamente eterogeneo fatto di canzoni d'autore, melodie popolari, struggenti ballate e delicate ninna nanne attraverso le musiche d'avanguardia e di ricerca. Festivaletteratura si unisce alle celebrazioni dedicate a Gorni Kramer promosse dall'Assessorato alla Cultura della Provincia di Mantova.

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Italiano
Si è svolta in Piazza Alberti la seconda delle tre serate dedicate alla celebrazione di Gorni Kramer, il direttore d'orchestra, compositore, originale fisarmonicista e jazzista di grande levatura, scomparso nel 1995. L'omaggio è iniziato con l'esibizione di Gianni Coscia alla fisarmonica e Mauro Negri al clarinetto, che hanno riletto quattro fra le canzoni più belle e note di Kramer: "Donna", "Polvere di stelle", "Un bacio a mezzanotte" e "Crapa Pelada". Ciò che colpisce è il modo in cui i due musicisti hanno sfruttato le possibilità d'incontro dei due strumenti, il modo in cui l'espressione folkloristica e quella jazzistica si sono combinate. Le immagini musicali sono state accompagnate dalle parole di Gianni Coscia: un ricordo commosso e al tempo stesso lieve del maestro, vero e proprio mito, ma anche uomo umorale. Dopo di loro, è stata la volta degli Scoiattoli Confusi; Cristina Zavalloni alla voce e Stefano De Bosis al pianoforte hanno regalato alla platea un incastro raffinato e ironico di brani del loro repertorio, ninnananne e rivisitazioni delle opere di Kramer. Anche in questo caso l'interplay tra il fraseggio delicato del piano e la voce straordinaria della Cavalloni è un'intesa totale. Molto intenso il momento in cui la cantante ha eseguito una ninnananna per voce sola tratta da uno scritto di Piras.

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