12/09/2004

GILGAMESH


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«Di colui che vide ogni cosa, voglio narrare al mondo». Così ha inizio l'epopea di "Gilgamesh", uno dei più antichi poemi conosciuti, che narra le gesta del leggendario re sumero impegnato nell'impossibile impresa del superamento della morte. Giulio Giorello, filosofo ed epistemologo, ha sempre provato una grande ammirazione per questa figura d'eroe che lotta contro il tempo, come dimostra anche il suo ultimo "Prometeo, Ulisse e Gilgamesh. Figure del mito". Lo incontra l'archeologo Stefano Seminara.

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Italiano
«Gilgamesh nasce come 'eroe numerico'» - così spiega l'archeologo Stefano Seminara che illustra la nascita di questo mito del medio oriente; egli è un re e un dio. A partire da queste leggende, che risalgono al 2000 a.C., i babilonesi hanno elaborato l'Epopea classica di "Gilgamesh". L'eroe è tormentato dalla ricerca dell'immortalità che alla fine non ottiene. Ma in che modo Gilgamesh è collegato ad altri miti come Prometeo e Ulisse? Questo lo spiega il filosofo della scienza Giulio Giorello, che illustra come il mito sia la culla della filosofia occidentale. Nel mito le figure arcaiche si annullano nella loro individualità per evolversi e lasciare spazio ad altre figure mitiche, come l"'Ulisse" di Joyce. In questo modo, tra Irlanda, Mesopotamia e altri luoghi lontani, riscopriamo questo nostro arcaico passato.

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