08/09/2005 - Zona critica
ZONA CRITICA
2005_09_08_040
1. I tradimenti
Perché vanno sparendo le stroncature? È vero che se la letteratura italiana contemporanea piange la critica non ride? L'obiettività è auspicabile per il critico? Ha un senso il mestiere di critico? Questo ed altro ancora a "Zona Critica". Protagonisti del primo incontro sono Carla Benedetti, docente di Letteratura Italiana all'Università di Pisa, che con il suo "Pasolini contro Calvino" ha dato il via ad un'animata polemica tra i critici italiani, e Silvio Perrella, autore di saggi critici su Calvino e Parise. Conduce lo scrittore Marcello Fois.
Perché vanno sparendo le stroncature? È vero che se la letteratura italiana contemporanea piange la critica non ride? L'obiettività è auspicabile per il critico? Ha un senso il mestiere di critico? Questo ed altro ancora a "Zona Critica". Protagonisti del primo incontro sono Carla Benedetti, docente di Letteratura Italiana all'Università di Pisa, che con il suo "Pasolini contro Calvino" ha dato il via ad un'animata polemica tra i critici italiani, e Silvio Perrella, autore di saggi critici su Calvino e Parise. Conduce lo scrittore Marcello Fois.
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Italiano
Com'è la situazione della letteratura oggi? Chi è il critico? E quale deve essere il suo ruolo? Questi alcuni degli interrogativi a cui hanno cercato di dare una risposta oggi al primo incontro di "Zona Critica" Silvio Perrella e Carla Benedetti, insieme a Marcello Fois in veste di conduttore. Entrambi gli autori affermano che la critica non è in crisi, ma semplicemente negli ultimi decenni ha abbandonato il campo e questo è da parte sua un primo tradimento. Il secondo tradimento è quello di essersi relegata solamente a una funzione di giudizio. «Il critico deve essere spinto da un bisogno di verità e deve attuare una critica totale altrimenti non si può parlare di critica», come affermava Pasolini. Inutili poi i continui discorsi apocalittici che non fanno che ripetere che non esistono più grandi scrittori e nemmeno intellettuali e che siamo di fronte alla morte totale del romanzo, dell'arte, della poesia, dell'autore ecc... Discorsi che non hanno alcuna utilità. Il vero problema, rileva Perrella, è che è difficile dire la verità pubblicamente oggi in Italia. È quindi questo che ci dobbiamo chiedere: è possibile ancora lo spirito critico?