10/09/2006
Christiana de Caldas Brito e Ornela Vorpsi con Armando Gnisci
2006_09_10_256
«Ci vuole un po' di tempo perché una lingua nuova possa penetrare nel nostro tessuto interiore. Bisogna sentirsi legati affettivamente anche alle parole. Solo allora possiamo essere creativi in una nuova lingua». C'è una diversa sensibilità nel percorso letterario delle scrittrici migranti. Armando Gnisci, dell'Università di Roma Tre, cerca di analizzare questo fenomeno - rilevante anche in termini numerici - con Christiana de Caldas Brito, brasiliana, autrice di "Qui e là", e Ornela Vorpsi, artista e fotografa albanese, che ha riscosso un grande successo con "Il paese dove non si muore mai".
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Italiano
Nella Chiesa di Santa Paola si tiene l'ultimo incontro che riguarda la letteratura della migrazione in Italia. A parlarne sono Armando Gnisci, professore universitario che tra i primi si è occupato di interculturalità, e le scrittrici Christiana de Caldas Brito e Ornela Vorpsi, brasiliana la prima e albanese la seconda. Entrambe hanno scelto di scrivere in italiano e hanno tentato di conciliare i sentimenti di nostalgia e malinconia derivati dall'essere lontane dal loro paese. Ma in realtà il concetto di 'qui' e 'là' è relativo dato che gli immigrati, di volta in volta che si trovano in uno dei due luoghi che hanno fatto da scenario alla loro vita si sentono sempre lontani. L'evento procede nonostante il protagonismo del presentatore grazie agli interventi del pubblico che stimola gli interventi delle autrici invitandole a parlare delle loro creature letterarie.