07/09/2007 - Blurandevù

BLURANDEVÙ
. Appuntamenti in blu: gli autori rispondono alle domande dei volontari-conduttori di Festivaletteratura


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Giuseppe Cederna è attore, autore di testi teatrali e viaggiatore. «Non mi definisco solo un attore, ma un uomo che si reinventa ogni giorno la vita» ha detto di sé. Nel libro "Il grande viaggio" ha descritto l'India, la sua gente e la sua straordinaria natura; portando a teatro "La Febbre" di Wallace Shawn ha raccontato la vigliaccheria degli occidentali nei confronti del Sud del mondo. E poi naturalmente c'è il cinema, i film con Salvatores e altri ancora. Tanti argomenti di discussione per i ragazzi di "Blurandevù". 

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Documentari, servizi giornalistici, reportage, gallerie fotografiche: gli occhi degli occidentali sono assuefatti da immagini che informano e che danno il sentore di cosa avvenga nel terzo mondo, negli angoli dove vive gente affamata o torturata dagli incubi di guerra. Giuseppe Cederna prestato alle domande delle 'magliette blu', ieri sera ha voluto rimarcare come nonostante il bombardamento mediatico che si respira quotidianamente, la realtà di quei luoghi sia ancora più toccante di quanto non si possa immaginare. I suoi piedi hanno marciato per le strade impervie dell'India, del Kenya, della Somalia, sentieri che hanno segnato solchi indelebili nel suo sguardo: «In un villaggio in Africa c'erano bambini che stavano male - ha raccontato l'attore - e un mio amico volontario in quel luogo mi ha detto che tre di loro si sarebbero comunque salvati. Questo li ha resi ai miei oggi bambini speciali, così come lo sono i nostri figli o i nostri nipoti». Un aneddoto per far capire, nel bivacco del "Blurandevù", come non ci si possa più trincerare dietro il motto comune «cosa possiamo fare da qui per cambiare le cose, sono troppi nel mondo a star male». L'attore ha parlato del viaggio mentale, di un click che si apre nella testa e che permette di notare ciò che ancora non si era visto. Tra le citazioni dello scrittore de "Il grande viaggio", ci sono state "Itaca" di Costantino Kavafis («non affrettare il viaggio;
 fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
 metta piede sull'isola, tu, ricco
 dei tesori accumulati per strada 
senza aspettarti ricchezze da Itaca»), "Khoarakhané" di Fabrizio De André, "L'elogio dei piedi" di Erri De Luca, e i versi della poetessa polacca Wislawa Szymborska. Sono i versi che lo accompagnano nei suoi viaggi, che porta con sé in fotocopie perché non pesino troppo e che lo conducono alla meditazione e all'introspezione nei teatri di guerra. Sotto il tendone allestito nella piazza Virgiliana ci sono state anche parentesi di ironia. Ai ragazzi che hanno montato la sua breve biografia di presentazione Cederna ha detto: «Sono stato fortunato, avreste potuto scovare cose che tengo ben nascoste». Il primo film in cui ha recitato l'attore romano è stato per esempio "Fracchia contro Dracula".

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