11/09/2010 - LAVAGNE. Problemi scientifici all'aria aperta
DI BARBIERI E MENTITORI
2010_09_11_LAV1730
Pare solo un gioco di parole: «Io mento sempre». Eppure dopo tanti secoli ancora ci scervelliamo sul più primitivo, profondo e fecondo dei paradossi.
Gesso alla mano gli ospiti "scientifici" di Festivaletteratura 2010 sono invitati a spiegare in mezz'ora con parole povere e l'aiuto di poche formule e tante figure e schizzi il significato della loro formula, teorema, problema o legge preferita.
La Lavagna ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto per le ore 17.30 dello stesso giorno.
Gesso alla mano gli ospiti "scientifici" di Festivaletteratura 2010 sono invitati a spiegare in mezz'ora con parole povere e l'aiuto di poche formule e tante figure e schizzi il significato della loro formula, teorema, problema o legge preferita.
La Lavagna ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto per le ore 17.30 dello stesso giorno.
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Italiano
Il consueto appuntamento con le Lavagne nella cornice aperta di Piazza Mantegna, ci porta a conoscere un tema caro a logici, matematici e filosofi: quello del paradosso, quel ragionamento che parte da premesse intuitivamente vere che portano a vicoli ciechi, conclusioni assurde.
Ampiamente disquisito da Aristotele, che ne tentava un'interpretazione (o forse è meglio dire scioglimento) con il famoso principio di non contraddizione, sino ad arrivare ai giorni nostri, con Charsky e Russel, e anche il linguista Chomsky, per questo evento ci si concentra esclusivamente sul "paradosso del mentitore", in auge da duemila anni, e su cui ancora si riflette perché gioco con più conclusioni: mette in moto il cervello, è divertente e complicato, ci fa giocare con la lingua e forse un po' con la vita.
Ampiamente disquisito da Aristotele, che ne tentava un'interpretazione (o forse è meglio dire scioglimento) con il famoso principio di non contraddizione, sino ad arrivare ai giorni nostri, con Charsky e Russel, e anche il linguista Chomsky, per questo evento ci si concentra esclusivamente sul "paradosso del mentitore", in auge da duemila anni, e su cui ancora si riflette perché gioco con più conclusioni: mette in moto il cervello, è divertente e complicato, ci fa giocare con la lingua e forse un po' con la vita.