08/09/2011 - Intervallo d'autore

Valerio Massimo Manfredi con Vincenzo Latronico

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Quale migliore occasione di una pausa a metà mattina per incontrare il proprio autore preferito? Tra un biscotto e un cracker, l'"intervallo d'autore" coniuga il piacere di un'atmosfera informale a quello di una conversazione sulla letteratura a 360° gradi, sul filo delle passioni personali e delle più recenti letture. A condurre gli intervalli è il giovane scrittore e traduttore Vincenzo Latronico.
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Italiano
Nella calda cornice del Chiostro di San Francesco, sede dell'Università, la seconda giornata di Festivaletteratura apre alle 11 con un intervallo per la tarda colazione con gli autori Valerio Massimo Manfredi e Vincenzo Latronico; uno storico ospite del Festival e una giovane promessa chiamata a condurre questi appuntamenti della mattinata, tra riflessioni letterarie e non solo. L'ultima opera di Manfredi s'intitola "Otel Bruni" ed è il titolo del romanzo di Manfredi al centro dell'evento, che porta al presente la vicenda di una famiglia emiliana contadina dai primi del Novecento al secondo dopoguerra: «Una storia incredibile, magica, intrigante» dichiara l'autore. È infatti la saga della sua stessa famiglia narrata su carta, con verità di fatti tratti dai racconti dei nonni e dei genitori; Otel Bruni era in particolare la casa dei nonni, un luogo che dava ospitalità a chi la chiedeva, un luogo che sopravvive persino nei proverbi, e dove la sera ci s'incontrava per sentir raccontare delle storie. Manfredi non è un romanziere strettamente storico ma il suo romanzo unisce la microstoria e la storia, quella dell'Italia martoriata dalle guerre: da un lato dunque i legami affettivi e la condivisione, dall'altro il dolore, per la perdita dei figli ad esempio partiti soldati (i suoi zii), temi dunque sempre che s'incrociano. Ricorda Latronico che Manfredi utilizza così grandi topoi della letteratura, dall'antichità ad oggi e l'autore conferma aggiungendo: «Un romanzo è una comunicazione di tipo emotivo, è una 'forma emotiva', e attraverso l'emozione siamo in grado di veicolare messaggi importanti - anche civili, concreti, calati nel reale».

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