09/09/2011 - Un poeta in Russia è più di un poeta?

POESIA VS PROSA

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I poeti ospiti di questo primo incontro sono Tibur Kibirov, originario dell'Ossezia del Nord e residente a Mosca, attivo negli ambienti della poesia underground dall'inizio gli anni '80 e di cui in Italia è stato tradotto il poema "Latrine", e Sergej Gandlevskij, autore teatrale, romanziere, uno degli intellettuali più attivi della generazione dei cinquantenni (sue poesie sono pubblicate nella raccolta "Poeti russi oggi").
Il verso del poeta Evgenij Evtuenko «Un poeta in Russia è più che un poeta», scritto all'inizio degli anni '60, rispecchia la situazione di quegli anni, quando folle di giovani riempivano i palazzi dello sport per ascoltare i poeti declamare i loro versi. Ora, all'inizio del XXI secolo, la situazione in Russia è completamente diversa: non ci sono più le folle ad ascoltare la voce dei poeti e nella poesia non si cerca più la protesta, la denuncia, ma la testimonianza di un percorso interiore isolato. I nuovi poeti russi provengono da circoli semiclandestini, dal samizdat, e utilizzano una grande varietà di linguaggi artistici. "Un poeta in Russia è più di un poeta?" presenta in due incontri quattro poeti della Russia di oggi.
Con il contributo di State corporation 'Bank for Development and Foreign Economic Affairs (Vnesheconombank)'; Foro di dialogo italo-russo delle società civili.
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Russo
Claudia Scandura parte da un verso del poeta russo Evtusenko «Un poeta in Russia è più che un poeta» scritto negli anni '60 per introdurre il tema dell'evento: come è cambiato il ruolo del poeta in Russia dagli anni '60 ad oggi?
I protagonisti Sergej Gandlevskij e Tibur Kibirov, entrambi poeti, ci parlano dell'importanza ricoperta dai poeti negli anni '60 e della loro influenza sui giovani in cerca di una guida. Questo loro successo era, in realtà, un'arma a doppio taglio: il poeta finiva infatti per essere condizionato da questo consenso e si assumeva nei confronti del pubblico una grande responsabilità.
Per Gandlevskij il ruolo del poeta in un regime totalitario è fondamentale perché il poeta non può fingere di non sapere. Con la fine dell'Unione Sovietica questo ruolo è venuto meno, ma Gandlevskij si accontenterebbe di essere considerato semplicemente un poeta. Kibirov ritiene che anche in altri paesi, sebbene in periodi storici diversi, il poeta è stato più che un poeta, come ad esempio Shakespeare.
Claudia Scandura traduce alcune poesie dei due poeti e ritiene che la poesia contemporanea russa sappia raccontare delle storie molto meglio di quanto non faccia la prosa, che si è invece chiusa in se stessa. Questa tesi è condivisa anche da Gandlevskij e Kibirov che ritengono la poesia più propositiva ed innovativa della prova. Concludono l'incontro leggendo delle poesie scritte su Roma, in cui entrambi hanno soggiornato per qualche tempo: «E il barbaro forestiero, smaliziato scita di passaggio, si è così ammansito al crepuscolo di una vita oziosa, da essere pronto a sussurrare dietro a una tizia».

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