08/09/2011 - Lavagne. Problemi scientifici (e musicali) in piazza

LO SPIN. TROTTOLA E GIROSCOPIO NEL MONDO DEI QUANTI

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Con due piccoli giroscopi elettromeccanici, costruiti appositamente per il Festival, Francesco De Martini illustrerà uno dei concetti più misteriosi e affascinanti della Meccanica Quantistica: il momento angolare intrinseco, o più comunemente 'spin'.
La sfida lanciata lo scorso anno agli scienziati di spiegare una formula o una teoria scientifica solo con gesso e lavagna prosegue e coinvolge quest'anno anche i musicisti, che tratteranno questioni di tecnica e teoria musicale con l'aiuto aggiuntivo di un lettore CD.

La Lavagna "Lo spin. Trottola e giroscopio nel mondo dei quanti" ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto il giorno 9 Settembre alle ore 20:30.
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Nel primo giorno completo di Festival, la città si sveglia con un po' di nebbia e una temperatura gradevole. In Piazza Mantegna gli spettatori riempiono in fretta la scalinata di fronte alla lavagna del professor Francesco Di Martini, personaggio che con la sua tracolla, il suo Ipad e la sua trottola promette un incontro piuttosto interessante.
Mostra subito al pubblico, sfruttando il suo modernissimo tablet, una foto dei premi nobel Niels Bohr e Wolfgang Pauli mentre si intrattengono nel loro laboratorio con una trottola, che prende come punto di partenza per il suo metaforico e filosofico discorso. Si perde un po' nell'epistemologia il professore (membro recente dell'Accademia dei Lincei), spiegando come spesso il concetto di metafora venga applicato con successo alla ricerca scientifica e citando, tra gli altri, Calvino e Coleridge.
Si prodiga per esporre ad un pubblico composto per lo più da letterati i complicati modelli atomici degli stessi Bohr e Pauli e spiega come sia difficile ritrovare nella vita di tutti i giorni i fenomeni quantici che invece vengono individuati regolarmente in laboratorio. Conclude rivendicando l'importanza dei suddetti livelli, che permettono alla materia di non decadere su se stessa, e di conseguenza a noi di camminare sulle nostre gambe. 

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