11/09/2011 - Lavagne. Problemi scientifici (e musicali) in piazza

LA KAYA IDENTITY

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La Kaya Identity è una formula semplice che ci mostra che ci sono quattro - e solo quattro - leve politiche macro-economiche per mirare alla riduzione di emissioni. In ordine sono: popolazione, ricchezza, intensità energetica (ossia unità di energia per unità di Pil) e intensità di carbonio (ossia la quantità di carbonio prodotto per unità di energia).

La sfida lanciata lo scorso anno agli scienziati di spiegare una formula o una teoria scientifica solo con gesso e lavagna prosegue e coinvolge quest'anno anche i musicisti, che tratteranno questioni di tecnica e teoria musicale con l'aiuto aggiuntivo di un lettore CD.
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Piazza Mantegna si riempie di curiosi per l'ultima "Lavagna" di questa edizione di Festivaletteratura. Ad animare la lezione all'aperto c'è Stefano Caserini, docente di Fenomeni di Inquinamento al Politecnico di Milano. Oggetto: la Kaya identity. Dietro al nome misterioso, un'equazione per capire le ragioni del cambiamento climatico. Materia questa ai confini tra la scienza, la politica, l'economia (e non solo). Materia che implica, in modo sempre più impellente, la comprensione e l'azione.
Così Caserini ci guida nella definizione dei fattori che determinano l'incremento delle emissioni di anidride carbonica: popolazione, ricchezza prodotta, consumo e tecnologia. «Con l'attuale sistema di mercato - continua il professore - queste variabili si combinano (il più delle volte) in modo disfunzionale». Un problema acuito dal 'negazionismo ambientale', la convinzione (ingiustificata e irresponsabile) che il cambiamento non abbia come principale indiziato l'uomo, le sue attività, il suo adattamento all'ambiente ormai divenuto insostenibile. O forse, e in misura ancora maggiore, una questione resa ancor più gravosa, dalla difficoltà che contraddistingue il negoziato internazionale sul tema, almeno nel post-Kyoto.
Le soluzioni ci sono: ridurre i consumi, convertirli all'etica del basso impatto ambientale, investire nel progresso delle tecnologie pulite. Sono solo alcune idee, che toccano il quotidiano degli (apparentemente) 'senza-potere' come le decisioni di chi ha potere, ma sono un punto di partenza da cui tutti ormai non possiamo esimerci dal passare. Ricordando, come si leggeva sugli striscioni a Copenhagen, che «non c'è un pianeta B».
 E ora? Riposti i gessetti, la lavagna ripulita: insomma, tutto è pronto per il prossimo anno!

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