09/09/2011 - Buonanotte ai suonautori

BLACK BAZAR

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Immaginate strade con bar aperti che risuonano di voci di immigrati delle Antille, del Maghreb, dell'Africa Equatoriale, e un sottofondo di ritmi africani che viene da dischi importati o scaricati dal web. La periferia parigina è uno strano spartito musicale, un bazar di suoni dove niente va a tempo ed è tutto stonato, ridicolo, eppure così vitale. E proprio dalle banlieue parte il viaggio in musica con Alain Mabanckou.
p.o.p. produzioni è Marco Olivieri, Fabrizio Orlandi e Claudio Ponzana con la collaborazione di Paola Orlandi. Anche quest'anno per "buonanotte ai suonautori" gli ambienti letterari trasfigureranno negli ambienti sonori, le parole si mescoleranno ai suoni e alle musiche che gli autori stessi hanno suggerito. Per poco più di un'ora la notte si svelerà come spazio sonoro nel quale conoscere più a fondo le scaturigini del fraseggio e dell'ispirazione. Alla fine delle serate sarà aperto un piccolo locale per il ristoro dei visitatori, che proseguirà con musica d'ascolto e generi di conforto per coloro che, ancora desiderosi di suoni, parole e dell'ultimo bicchiere, parteciperanno a queste scorribande notturne sul lago.
Servizio di navetta APAM: partenza da Piazza Sordello ore 22.00, ritorno da Piazza Porta Giulia ore 24.00.
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La seconda delle serate chiamate "Buonanotte ai suonatori" vede presente lo scrittore congolese Alain Mabankou e la notte prende il titolo di uno dei suoi libri: "Black Bazar". Le musiche africane rendono dolce la serata già gradevolmente rischiarata dal chiaro di luna. Mabankou ascolta assorto e poi inizia a parlare, la musica rievoca le presenze dei suoi antenati e afferma che questo gli fa bene, anche se può apparire ingenuo. L'attaccamento alle radici permette di capire la modernità e in fondo uno scrittore ha bisogno di essere ingenuo.  
Mabankou nasce à Pointe-Noire nel 1966 e il dato biografico ci permette di entrare direttamente nella storia del Congo Brazaville, ripercorsa attraverso le musiche popolari e spezzoni di emissioni radio. 
Mabankou, in "Domani avrò vent'anni", racconta che nella sua classe di scuola elementare i posti erano assegnati a seconda delle capacità degli alunni. I tre migliori davanti e i tre peggiori dietro. Questi ultimi cambiavano sempre, cercavano di uscire dalla loro situazione e di avanzare nelle file. I primi invece sprecavano le loro forze per decidere a chi passare le buone risposte, e decidevano quindi delle file più arretrate. Tra queste due file c'erano i mediocri, tra i quali lo scrittore. Il professore, che fondava la sua autorità sul suono della bacchetta, si ricordava sempre dei primi e degli ultimi. Lasciava gli altri tranquilli. Forse lo spazio della scrittura deve vivere nelle file mediane della mediocrità. 

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