06/09/2013
RAGAZZE CHE SORRIDONO
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«Non c'è niente che non si possa dire, né argomento che non si possa affrontare con ironia» dice Lella Costa, maestra nel provocare sorriso e pensiero nei suoi spettacoli. E così l'attrice e autrice, capace di tracciare una mappa dell'ironia nella letteratura, nella musica, nella politica, nella vita quotidiana ("Come una specie di sorriso") ha coinvolto altre ragazze che sanno sorridere e far sorridere, la scrittrice Stefania Bertola ("Romanzo rosa"), la poetessa Bianca Tarozzi ("La signora di porcellana") e l'artista Vanna Vinci ("La bambina filosofica"), per regalarci un catalogo di punti di vista inattesi e di cambiamenti di sguardo imprevedibili.
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Italiano
A ridere sono buoni tutti, così come a sorridere, ma a fare dell'ironia, termine femminile perciò congeniale alle donne, le donne sembra che abbiano proprio una marcia in più. Lella Costa, che viene a Festivaletteratura da ben diciassette anni, essendo 'mancata' una sola volta, come il celebre personaggio della soap che ha doppiato per anni per poi riapparire più viva che mai, ha deciso di usare Festivaletteratura per uno spudorato scopo privato, cioè quello di incontrarsi una sera con tre altre ragazze, che altrove non sarebbe mai riuscita a mettere insieme. Le altre tre sono la 'fumettara', come ama definirsi, Vanna Vinci, che del sarcasmo, badate bene più tagliente e probabilmente più crudele della semplice ironia, ha fatto la sua bandiera con la "Bambina filosofica", personaggio che se fosse reale nessuno, proprio nessuno, inviterebbe a cena. Lella Costa citando Romain Gary, sottolinea come nell'ironia ci sia la dichiarazione di dignità più grande dell'essere umano di fronte alla vita e alle sue catastrofi. Fare dell'ironia significa avere l'intelligenza di comprendere che in certe situazioni si deve scendere di un tono, si deve cambiare punto di vista, sdrammatizzare insomma, rompere la tensione. Certo non è da tutti, presuppone sensibilità, intelligenza e soprattutto amore per gli altri. Questo rafforza l'idea che si debba ridere e si possa ridere di tutto, non c'è tema su cui non si possa fare dell'ironia, la morte ad esempio, che è l'argomento forse più imbarazzante per noi, il tabù più grande che la società ha, non è esentata dall'essere oggetto di ironia. Lella Costa ha ricordato come nella città di Calci su un monumento ai caduti in guerra c'è scritto letteralmente 'Calci ai caduti', non vi dico le risate del pubblico. L'altra ragazza invitata è la scrittrice Stefania Bertola, per lei l'ironia va fatta, magari facendo attenzione a non farla su persone vicine, tipo i familiari, e a non farla in un romanzo, memore delle botte che ha preso da un ex cugino, risentitosi per come lo aveva descritto in un libro. L'ultima delle invitate è la poetessa Bianca Tarozzi, per lei anche il semplice sorridere è impegnativo, considerata la dentatura che si ritrova dalla nascita, una sua professoressa d'inglese le offrì ben quattro milioni per farle rifare i denti, lei li usò per pagare il mutuo però, le sembravano meglio investiti così. D'altronde come meravigliarsi se suoi sono questi versi: «sono un poeta handicappato, scrivo con la sinistra quel che dico, con la destra mi accarezzo la testa... sfortunato trapezista caduto in piena pista... amo le frasi con l'esclamativo». Stando alle quattro ragazze sul palco e a quanto hanno detto, si evince che l'ironia è senza dubbio un'attitudine femminile, essa però avvantaggia tutti, anche gli uomini, dovrebbero quindi tutti incoraggiarla. Ridete e sorridete di tutto dunque, e se non ci riuscite, leggete qualcosa di una di queste quattro ragazze, sicuramente vi sarà d'ispirazione.