08/09/2013
NERO COME I GRANDI DELLA STORIA
2013_09_08_196
Qual è lo strumento più potente per fermare il razzismo? L'educazione. Così la pensa Lilian Thuram che, dopo aver abbandonato i campi da calcio, si è dedicato in prima persona a campagne contro la discriminazione razziale. «La scuola», afferma Thuram, «deve fornire a tutti modelli positivi in cui rispecchiarsi. Anche un bambino nero deve avere davanti agli occhi personaggi storici importanti, per poter pensare 'anche io ce la posso fare». L'ex-campione del mondo, con Le mie stelle nere, ha voluto colmare questa lacuna, fissando un ideale pantheon nero, che comprende uomini e donne che hanno segnato la storia dell'umanità, partendo dalla progenitrice Lucy fino a Barack Obama, passando per Dona Beatrice, Aimé Césaire, Martin Luther King, Rosa Parks, Muhammad Ali e molti altri ancora. Lo incontra lo scrittore e giornalista Francesco Abate.
English version not available
Italiano
Bagno di folla per Lilian Thuram a Palazzo San Sebastiano, dove un pubblico numerosissimo ed entusiasta si è raccolto per ascoltare l'ex-difensore della Juventus intervistato da Francesco Abate. Il tono è stato rilassato e accessibile, di grande intensità e calore umano, tanto che il pubblico ha sottolineato spesso con scroscianti applausi i passaggi più forti dell'incontro.
Thuram ha presentato il suo libro "Le mie stelle sere", spiegando come esso nasca dall'intento di rieducare una società troppo spesso abituata a sentire parlare di neri solo come schiavi. L'ex-calciatore ha fatto di questa educazione una missione, per far ritrovare l'orgoglio alle persone grazie anche al colore della loro pelle, e per abituare soprattutto le giovani generazioni a pensare fuori dagli schemi tradizionali. Per questo si è impegnato anche nelle scuole, tenendo lezioni ai bambini; si vede nel suo parlare una saggezza ed una tenerezza che deve aver imparato proprio lì. Sia il libro che l'intervista hanno presentato alcune importanti figure storiche di colore: fra le altre si è parlato anche del bisnonno di Puskin, schiavo africano, a causa del quale il bisnipote fu schernito. Anche l'attualità ha trovato il suo spazio e Thuram si è detto fiducioso nell'intelligenza di Obama e contrario ad una sterile guerra.
Dal pubblico non poteva mancare una domanda calcistica: non si è accorto del 'potere juventino' e del proprio fascino soprattutto sui giudici di gara? Thuram - un po' machiavellico - risponde che in tutto il mondo, non solo nel calcio, i soggetti economicamente più potenti finiscono per avere l'ultima parola...
Thuram ha presentato il suo libro "Le mie stelle sere", spiegando come esso nasca dall'intento di rieducare una società troppo spesso abituata a sentire parlare di neri solo come schiavi. L'ex-calciatore ha fatto di questa educazione una missione, per far ritrovare l'orgoglio alle persone grazie anche al colore della loro pelle, e per abituare soprattutto le giovani generazioni a pensare fuori dagli schemi tradizionali. Per questo si è impegnato anche nelle scuole, tenendo lezioni ai bambini; si vede nel suo parlare una saggezza ed una tenerezza che deve aver imparato proprio lì. Sia il libro che l'intervista hanno presentato alcune importanti figure storiche di colore: fra le altre si è parlato anche del bisnonno di Puskin, schiavo africano, a causa del quale il bisnipote fu schernito. Anche l'attualità ha trovato il suo spazio e Thuram si è detto fiducioso nell'intelligenza di Obama e contrario ad una sterile guerra.
Dal pubblico non poteva mancare una domanda calcistica: non si è accorto del 'potere juventino' e del proprio fascino soprattutto sui giudici di gara? Thuram - un po' machiavellico - risponde che in tutto il mondo, non solo nel calcio, i soggetti economicamente più potenti finiscono per avere l'ultima parola...