04/09/2014

LE MERAVIGLIE DELLA VITE E DEL VINO

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Negli anni Novanta Ottavio Missoni scrive un breve racconto sulle dodici ore che trascorse in un giorno di novembre in un'osteria a Trieste. Da quel racconto è nato lo Spazio dell'Uva e del Vino, la prima moderna 'wunderkammer' dedicata al mondo del vino e degli spiriti allestita a Follina, un piccolo paesino del trevigiano. Il giornalista Stefano Salis e Giovanni Gregoletto - viticoltore e ideatore dello Spazio -, ci guidano tra cannoni-antigrandine che sparano musica e luce, insetti dannosi alla vite riprodotti in vetro soffiato, manifesti d'artista e altre bizzarrie ispirate alla viticoltura in una visita virtuale di questa stanza delle meraviglie sul filo di Vite ambulante, cattedre di Enologia e Viticoltura.
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Italiano
Nel secondo giorno di Festivaletteratura, Mantova festeggia a Santa Maria della Vittoria l'inventiva di Giovanni Gregoletto. Produttore vinicolo e creatore dello Spazio dell'Uva e del Vino, un moderno gabinetto delle meraviglie con sede a Follina (TV), Gregoletto ha una curiosità contagiosa e conduce il pubblico attraverso un vortice di aneddoti e ricordi, dalla 'A' di 'ampelografia' (la descrizione sistematica di vini e vitigni) alla 'Z' del poeta solighese Andrea Zanzotto. Stefano Salis, giornalista de "Il Sole 24 Ore" che accompagna il viticoltore nel suo racconto, indica i tre principali oggetti dello sguardo di Gregoletto, che dalle vigne si allarga sullo stupore per quanto di bello e concreto c'è nella quotidianità di tutti: il cibo, il lavoro, le amicizie. Gli stessi tre temi del racconto giovanile di Ottavio Missoni su una giornata trascorsa in un'osteria di Trieste, letto all'inizio dell'incontro mantovano da Ida Fornasier. Per Missoni, conosciuto a Venezia dopo essersi fatto passare - al citofono - per il nipote di Zanzotto, Gregoletto confessa un sentimento di invidia positiva che il tempo ha trasformato in sincera amicizia (tanto che all'evento c'è pure Rosita, vedova di Ottavio). Il racconto di Missoni, nel quale il vino riunisce attorno a un tavolo le vite e le storie di tanti, è una grande fonte di ispirazione per Gregoletto, appassionato del suo lavoro e curioso di ogni aspetto della produzione vinicola, dal lavoro in vigna ai manifesti pubblicitari. Ascoltare la passione di Gregoletto, nota Salis, è come seguire la forma di un albero: dal tronco si slanciano mille rami, in ogni direzione eppure in armonia. L'albero è popolato dagli oggetti e dagli incontri di una vita, dal cannone antigrandine (fisicamente presente in sala) che 'spara' la musica per la vendemmia al ricordo del genetista Luigi Luca Cavalli Sforza (e del padre Pio Cavalli, autore del primo libro italiano sulla pubblicità), tutti episodi raccolti in un volume autoprodotto e curatissimo: "Vite Ambulante. Nuove Cattedre di Enologia e Viticultura" (SAV, 2014).

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