04/09/2014

BUCAREST KILLER TANGO

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Stelian Tănase è una delle personalità di spicco della cultura rumena e non solo. Formatosi come storico e sociologo, è stato fra i primi intellettuali a scendere in piazza durante la Rivoluzione dell'89 e, negli anni immediatamente successivi, è entrato a far parte del Gruppo per il Dialogo Sociale. Autore di numerosi volumi di saggistica tradotti anche all'estero, Tănase ha rivelato anche un felice talento di romanziere. Il suo recente Morte di un ballerino di tango è un romanzo dall'impronta dickensiana, in cui finzione e realtà si mescolano in modo paradossale. Con uno stile ricco, esuberante, spietato, Tănase ci racconta una Bucarest dei bassifondi, in cui personaggi con molti vizi e poche virtù si barcamenano tra piste da ballo, traffici loschi, piaceri proibiti, sparatorie da vera gangster story balcanica. Lo incontra lo scrittore Andrea Molesini.


Con il contributo dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.
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Rumeno
Stelian Tanase è un intellettuale di spicco della scena culturale romena. Scrittore, giornalista, sceneggiatore televisivo, è stato anche uno dei primi pensatori a schierarsi contro la dittatura comunista all'alba della rivoluzione del 1989. Dopo una breve partecipazione alla scena politica del suo paese negli anni '90, il presidente della tv statale romena e professore presso la facoltà di Scienze Politiche di Bucarest ad oggi può vantare la pubblicazione di ben sette romanzi.  È in occasione della traduzione italiana dell'ultimo libro, "Morte di un ballerino di tango", che lo scrittore Andrea Molesini l'ha incontrato davanti al pubblico di Festivaletteratura. Tanase esordisce accennando al suo entusiasmo per la traduzione italiana della sua opera, dal momento che l'Italia e la Romania non solo condividono una lingua e uno stile letterario molto simili, ma anche la cultura e la storia. "Morte di un ballerino di tango", difatti si apre con una citazione di Curzio Malaparte sull'invasione straniera di Napoli, per ricordare fin dal principio che è un romanzo che parla di una città occupata: Bucarest, occupata dall'Armata Rossa durante la Seconda Guerra Mondiale. All'Italia Tanase deve anche l'ispirazione cinematografica: «Questo è un libro che parla dei meno fortunati, di chi vive ai margini - spiega l'autore - proprio come i film dei neorealisti». Citazioni dirette anche ai grandi divi del cinema americano però, come Bogart e la Hayworth, quei divi che i personaggi del libro vanno a sognare nei cinema di periferia, mentre fuori i russi iniziano a sparare. Il protagonista, Gogu Vrabete, però ha un sogno speciale, tutto suo, che gli vale il soprannome 'Tango': evitare la leva militare per fuggire a Buenos Aires e diventare un ballerino. Tango è un «picaro balcanico della mala bucarestina», come lo ha definito più volte l'autore, è figlio di una prostituta e di padre ignoto, quindi è doppiamente bastardo, è un furbo che vive di espedienti, ma è un uomo pragmatico e strenuamente attaccato alla vita, «è per questo che ci innamoriamo del personaggio e delle sue vicende» dice Molesini. Ma Tango è molto più di questo, Tango è il doppio perché muore due volte, prima ideologicamente quando un intervento chirurgico malriuscito lo rende zoppo impedendogli di diventare un ballerino e poi fisicamente, alla fine del racconto. Tango e la sua storia sono la storia della Romania; l'osteria in cui egli si ritrova con i suoi amici, infatti, cambia nome a seconda della dominazione straniera del momento, pur non cambiando nella sostanza. «Questo è un espediente letterario molto comico che però cela la tragedia della Romania: cambiano i padroni, ma non cambia la gente» spiega l'autore. «In questo noi romeni e voi italiani ci assomigliamo molto, siamo dei popoli che nei secoli hanno visto molti stranieri susseguirsi al potere e che hanno finito per abituarsi a questa situazione». Tango è l'immagine dell'uomo distrutto e disumanizzato dalla guerra, è il protagonista di un erotismo crudo e violento che simboleggia la fine di un'epoca, è un cabarettista dall'umorismo macabro che mette in pratica quell'attitudine romena del ridere delle proprie disgrazie. Tango è la Romania di ieri e di oggi, in bilico fra un passato burrascoso e ancora incombente e la speranza di un futuro in ascesa.

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