06/09/2014 - Consapevolezza verde

PER UN'ECOLOGIA RESPONSABILE

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Il pensiero ecologico non si limita a preservare una data specie animale in pericolo, ma legge i rischi del riscaldamento globale alla luce della loro portata politica, ad esempio come preludi a un'enorme frenata nelle nostre ambizioni di giustizia, sviluppo e democrazia. Di qui prende corpo la tesi del diplomatico e saggista Grammenos Mastrojeni (L'arca di Noè), già delegato alle Nazioni Unite e collaboratore del Climate Reality Project di Al Gore, che da anni ha teorizzato il legame fra squilibri ambientali e instabilità sociale, cercando strategie di uscita razionalmente percorribili, a partire dal nostro impegno individuale. Lo intervista la giornalista Franca Roiatti.
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Un atteggiamento responsabile nei confronti della Terra è l'appello e la speranza che Grammenos Mastrojeni rivolge a tutti gli uomini, a partire dal numeroso e partecipe pubblico del Tempio di San Sebastiano. Il suo libro "L'arca di Noè" ha un messaggio chiaro: dobbiamo salvarci tutti insieme. La prima domanda della giornalista Franca Roiatti entra subito nel cuore della questione ecologica, ponendo Mastrojeni e tutti noi davanti alle reali condizioni del pianeta. «La Terra si trova a un bivio», afferma con lucida convinzione l'intervistato. L'uomo rappresenta uno dei due poli nell'esistenza di cui l'altro elemento è la natura. Possiamo decidere se vivere questo rapporto in modo negativo, persistendo nel trattare le limite risorse disponibili con un'errata ottica di inesauribilità fino ad arrivare a una vera e propria situazione catastrofica in tempi davvero brevi; oppure l'umanità può scegliere il bene e instaurare un nuovo ciclo di armonia, pace, giustizia. Sembra un pensiero troppo pessimista e utopico al tempo stesso, singolare per un uomo come Mastrojeni, «un diplomatico e grigissimo burocrate» come egli stesso si definisce. I dati ufficiali però fotografano una realtà sull'orlo del baratro. Gli esperti hanno individuato la soglia simbolica, ma non troppo, della catastrofe nell'innalzamento della temperatura media di due gradi. Questo momento si avvicina sempre di più e non riusciremo a evitarlo se non cambierà il nostro approccio verso l'ambiente e non aumenteremo la nostra consapevolezza.  Mastrojeni parla di riscaldamento globale, scioglimento dei 'permafrost' (lo strato di ghiaccio, terra e materiali organici ai poli), iperinflazione alimentare, guerre e sbarchi di emigranti per chiarire un concetto molto attuale: «siamo tutti collegati, siamo parte di un'interconnessione umana e biologica». Gli squilibri ambientali provocano disordini sociali che spesso sfociano in conflitti. Le scelte politiche ed economiche devono essere profondamente interdipendenti e guidare il pianeta verso una direzione positiva.  Alla fine dell'incontro Mastrojeni esprime una preoccupazione che egli stesso definisce «pericolo BAU», ovvero «business as usual», la tendenza del pubblico a non voler cambiare i propri valori abituali. Le soluzioni tecniche ed economiche che possono risolvere il problema ambientale esistono e sono già attuabili, ma non verranno realizzate finchè ognuno di noi non si renderà conto di essere parte integrante della questione e di poter contribuire a cambiarla. Deve essere il pubblico a fare pressione sugli apparati burocrati e sulle imprese per un rinnovamento politico, economico e sociale. È il momento di mettere a tacere quel cane conservatore e cieco dentro di noi, urlare più forte di lui per approdare finalmente a una nuova era di pace e benessere in cui si valorizzi oltre alla quantità anche la qualità della vita umana. 

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