PERCORSO TEMATICO 04.05.20

Solo l’uomo intelligente sa mangiare

A cura di Matilde Silla Sgarbi
Necessità, risorsa, ma anche – senza dubbio – sfogo e conforto, il cibo continua ad essere uno degli argomenti principali delle nostre conversazioni (spesso anche mentre stiamo già mangiando). Ma come orientarsi tra vecchi e nuovi miti, tra diete e happy hour? A che ora ci si presenta per un brunch? È davvero Virgilio il talent scout della pizza? Quanto ci si può fidare di un carpaccio d’ananas?
Un percorso leggero ma sostanzioso che risponde con la giusta ironia, districandosi tra parole spesso fuorvianti, per rivivere le principali tappe della nostra storia culinaria e ricordarci come nessuna decisione sia banale.

Dimmi come mangi e ti dirò chi sei

Superato il timore che la parola dieta suscita, siamo pronti a rivendicare con orgoglio quella mediterranea (patrimonio UNESCO dal 2010) come uno dei pilastri fondamentali della nostra identità culturale. A spiegarci cosa davvero si intenda per dieta e quanto “nostra” sia o meno la dieta mediterranea, studiata e resa celebre dal fisiologo statunitense Ancel Keys (quello della seconda razione k, per intenderci), sono gli antropologi Elisabetta Moro e Marino Niola. Con l’aiuto di Federico Taddia i due ospiti esplorano i significati profondi del cibo, «linguaggio contenitore», vale a dire ancora capace di raccogliere ed esprimere ciò che gli altri non dicono più. Si delineano così i principali tratti della nostra identità culturale e culinaria: dall’imprescindibile idea di socialità e condivisione ad atteggiamenti nuovi solo in apparenza, come il vegetarianesimo, il ricorso al digiuno e il mito del corpo.

 

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Arriva la pizza

Chi in questi giorni non ha ceduto alla tentazione di impastare? Dagli anni Cinquanta in poi la pizza è diventata la grande protagonista delle tavole, imponendosi in ogni forma e ad ogni ora. È perfetta: sazia, piace, diverte, è semplice e versatile al punto da diventare un simbolo contemporaneamente tradizionale e globale.
A illustrare la storia di uno degli alimenti che più si è trasformato nel tempo, dalla prima citazione nell’Eneide alle shining pizza di oggi (se pensate all’ananas è perché non avete mai provato quella col caimano), sono Antonio Puzzi, Marino Niola, Vito Trotta e Luciana Marcolini.

 

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Le ossessioni culinarie dell’Italia repubblicana

Con la fine della guerra l’Italia torna a mangiare e, dopo anni di sofferenza, si dedica sempre più ai piaceri della tavola. Ma i cambiamenti che la nazione conosce a livello politico e sociale da quel momento in poi sono tanti, profondi e si riflettono tutti sulle abitudini e sulle mode culinarie degli italiani.
Roberta Corradin ci accompagna in tre incontri che sono racconto e degustazione (è sconsigliato l’ascolto prolungato a stomaco vuoto) dei piatti-simbolo degli ultimi decenni, dai timorati e timorosi anni Cinquanta-Sessanta sino ai piacioni e disillusi anni Ottanta-Novanta, con un piccolo accenno agli anni Duemila e ai nuovi Dieci. Difficile trovare un ripasso di storia più dolce.

 

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De gustibus

Scegliere il ristorante è una responsabilità con la quale prima o poi tutti abbiamo a che fare. È una decisione insidiosa, che se siamo in compagnia ci espone nei confronti di eventuali ospiti (invitare a cena è pur sempre un “prendersi cura”), mentre se non lo siamo può condannare a sofferenze ben peggiori della solitudine. Per tenerci allenati in vista di tempi migliori, ricordiamo i consigli di Gianni Mura e Marco Malvaldi per cogliere i numerosi segnali di pericolo e affinare le nostre abilità di decisione.

 

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