09/09/2004
Quino con Julio Velasco e Lella Costa
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«Magari si passa un sacco di tempo a guardare e osservare la gente seduta al bar e poi si disegna sempre lo stesso personaggio, lo stesso tipo, lo stesso cane, lo stesso asino. Mi fa arrabbiare questa cosa. Ma funziona». Così Joaquìn Salvador Lavado, in arte Quino, parla della creazione dei suoi personaggi, tra cui la conosciutissima Mafalda, nata nel 1963 per una campagna pubblicitaria, poi apparsa sul settimanale argentino "Primera plana" e sbarcata con enorme successo in Europa nel 1968. Quino sarà festeggiato al Festival dal connazionale Julio Velasco e da Lella Costa.
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Perché Quino ha scelto di disegnare una bambina? Perché preferisco le bambine ai bambini, perché negli anni '60 i movimenti femminili erano molto forti e perché le bambine sono più brave. Perché Quino ha smesso di fare Mafalda? Perché quando disegnavo Mafalda credevo che ci potesse essere un mondo migliore. Perché si dovrebbe leggere tutto Quino? Per Julio Velasco perché è autore di grande letteratura, perché l'individualità argentina, per il suo carattere, rappresenta un'individualità universale. Sarebbe impossibile rifare Mafalda oggi, perché la generazione di Mafalda è la prima ad essere pessimista. In Argentina Mafalda era letta da giovani e adulti. Allora Lella Costa ci propone una Mafalda così: oggi avrebbe quarant'anni, sarebbe separata, avrebbe dei figli, sarebbe in conflitto con l'analista, sarebbe indecisa tra Rutelli e Prodi e sarebbe ancora capace di fare autocritica.