08/09/2006 - Cartografia

HAI VISTO L'ITALIA?
 Uno sguardo sul nostro paese attraverso l'Atlante dei tipi geografici


2006_09_08_087
L'atlante non è 'soltanto' una rappresentazione del mondo: può essere uno strumento per sviluppare politiche concrete relative alla gestione delle risorse, all'urbanistica, all'ambiente. L'"Atlante dei tipi geografici" dell'Istituto Geografico Militare, attraverso una fotografia dettagliata di fiumi, laghi, monti e degli interventi dell'uomo sul territorio, ci mostra - come non l'avevamo mai vista - l'Italia e le trasformazioni che ha subito negli ultimi ottant'anni e ci permette (se vogliamo) di utilizzare questi dati per guardare avanti. Con il curatore dell'opera Salvatore Arca ne parlano Cesare de Seta, storico dell'architettura e studioso del Grand Tour, e il giornalista e scrittore Paolo Rumiz.
 L'evento 087 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso il Salone Mantegnesco dell'Università.
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Italiano
La geografia, come pure la storia, sono materie proprie dell'uomo nel senso che gli restituiscono ogni volta la sua vera dimensione e il suo vissuto. A questo proposito, ieri nell'aula magna dell'Università di Mantova hanno discusso Salvatore Arca, Cesare De Seta e Paolo Rumiz in occasione della descrizione dell'atlante IGM (Istituto Geografico Militare): "Italia. I tipi geografici". In breve i tre interventi hanno aiutato la platea a comprendere il mestiere del geografo, la storia della cartografia, le sue prospettive future e quanto essa sia vicina all'arte pittorica. I tre relatori, in viaggio alla scoperta di uno dei mestieri più affascinanti che l'uomo conosca, hanno riservato all'uditorio una serie di chicche cosmografiche comprensive di sarcasmo ed autoironia. Abbiamo scoperto, infatti, che la prima immagine geografica dell'Italia è opera di Cimabue e si trovava nella chiesa di San Francesco D'Assisi, che la prima mappa territoriale risale al IV secolo e descrive il centuriato di Terracina, che la scoperta della prospettiva da parte del Brunelleschi nel 1410 ha profondamente influenzato il modo di fare le carte e che il primo atlante dei tipi geografici è di Olinto Marinelli e risale al 1922. Ma anche il futuro è stato portato in ballo, un futuro digitale, nel quale la cartografia, la geologia e la meteorologia saranno sempre più precise. Oggetti d'indagine come il satellite, l'infrarosso falso colore e lo scanner multispettrale sono oramai indispensabili per leggere ed interpretare fin nel millimetro le nostre radici come pure gli effetti del nostro passaggio sulla terra.

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