03/09/2008 - Comizi

SULL'ETERNITÀ


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Comizio di Louis-Auguste Blanqui per la voce di Antonio Moresco


«L'avvenire vedrà ancora su miliardi di terre le insipienze, le stoltezze, le crudeltà delle nostre antiche epoche.

In questo momento, l'intera esistenza del nostro pianeta (...) si riproduce in ogni particolare (...) su miriadi di astri fratelli, con tutti i suoi crimini e le sue sventure...».

Considerati i gravi problemi che affliggono il mondo d'oggi, Festivaletteratura ha invitato alcuni dei massimi autori della letteratura di tutti i tempi a pronunciare (per la voce di alcuni colleghi contemporanei) un'orazione di alto profilo civile e morale. Più d'uno tra coloro che interverranno avrà modo di stupirsi, sentendo come le loro parole mantengano inalterati vigore e attualità. Da un'idea della redazione della rivista "Primo Amore".
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Italiano
Le parole di Louis-Auguste Blanqui aprono il ciclo delle pubbliche adunanze in Piazza Mantegna. La voce è quella di Antonio Moresco, che introduce il filosofo collocandolo tra le personalità più sovversive della storia dell'uomo. L'intuizione, tuttora attuale, è la coscienza di Blanqui della nostra presenza nel cosmo. Presenza non solo superficiale, ma profonda e in intima relazione con il resto del creato sia vivente che non. Segue la lettura di stralci tratti dall'opera "Sull'eternità", in cui il tema più attuale riguarda la concezione del progresso. Questo non deve essere concepito come mito su cui costruire la propria vita, la quale, al contrario, necessita di tempi umani. L'eccessiva corsa al progresso è foriera solo di autodistruzione. L'epitome del discorso di Blanqui può essere condensato nel seguente concetto: «L'universo è una sfera il cui centro è ovunque e la cui superficie in nessun luogo», frase a sua volta mutuata dal pensiero di Pascal: «L'universo è un cerchio il cui centro è ovunque e la cui circonferenza in nessun luogo».

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