08/09/2011 - Il confortatorio di Mantova

IL CONFORTATORIO DI MANTOVA

2011_09_08_028
Evento ripetuto

Quattro puntate per una storia. 1

Luigi Martini, sacerdote in forza alla curia mantovana, ebbe il compito di realizzare il 'confortatorio', ovvero la sequenza di colloqui con i condannati a morte di Belfiore e con i molti altri, che nello stesso processo vennero mandati in carcere o in esilio. Il giro di vite che il governo austriaco volle esercitare sulla città dei Gonzaga si declinò in processi farsa, con esecuzioni già previste e un trattamento inumano inflitto ai molti che furono coinvolti nel processo. Don Martini decise di scrivere un libro che volle essere 'onesto' sulla vicenda di cui fu testimone, che prese sotto la sua penna l'andamento di un 'martirologio', un resoconto giorno per giorno delle gesta di coloro che sacrificarono tutto all'idea di Italia e leggibile oggi come una cronaca in presa diretta della turbolenta vita italiana del Risorgimento. Sedici lettori leggeranno gli episodi maggiori del libro, una puntata al giorno, in modo da poter seguire tutta la complicata e dolorosa vicenda, resa nella sua assoluta immediatezza.

Lettori: Elisa Cozzolino, Silvia Gandolfi, Stefano Peppini (giovedì 8); Chiara De Vincenzi, Ilaria Galusi, Stefania Veneri (venerdì 9); Alberta Bassi, Anna Bianchi, Stefania Forini, Giovanna Granchielli (sabato 10); Cristiano Fornasari, Maria Chiara Laghi, Maria Teresa Lonetti, Valentina Zambonini (domenica 11).
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Italiano
Le carceri del Castello di San Giorgio oggi, 8 settembre 2011, vivono di nuovo grazie al progetto di Luca Scarlini e dei suoi lettori. Ci conducono in una cella che, come ci spiegherà l'ideatore, non è scelta a caso, bensì correlata alle vicende del racconto. La cella è angusta, scarna, ma sovrastata da una possente volta a botte. I tre lettori si posizionano davanti alle grate, in penombra, creando un ambiente malinconico e patetico. Parte un "Va, Pensiero" e inizia la lettura. I racconti sono tratti dal libro "Il Confortatorio di Mantova" di don Luigi Martini, sacerdote della curia mantovana, che registra nel suo testo i colloqui coi condannati a morte di Belfiore. Le voci dei tre lettori si armonizzano perfettamente in un dialogo che si fa sempre più serrato quando si avvicina il momento in cui il protagonista, don Giovanni, deve essere giustiziato. L'aria è carica ed emozionata quando vengono lette le righe della fucilazione, che interrompe bruscamente le preghiere del prete. La bravura dei lettori, l'ambientazione azzeccata e l'analitica drammmaticità del testo hanno contribuito ad una resa intimistica e coinvolgente. Ma questo è solo uno dei quattro incontri previsti e, come dice Luca Scarlini, «è solo la presentazione dei personaggi». Come sentirsi liberi in una cella parte 1 di 4.

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