08/09/2011 - Letture vintage
IL MULINO DEL PO e IL DIAVOLO AL PONTELUNGO di Riccardo Bacchelli
2011_09_08_042
Il vero Bacchelli è quello dell'epopea del grande fiume o quella dell'ironico romanzo storico su Bakunin? Ne dibatteranno a colpi di letture e battute l'autore del recente "Le ricette di Nefertiti" e lo scrittore e studioso parmense, specializzato anche in pubblici discorsi ("La meravigliosa utilità del filo a piombo").
Tornano le "letture vintage", un'occasione per leggere, rileggere, ripensare libri che sono stati apprezzati da critica e lettori ma che ora sono un po' nascosti. Gli incontri sono anche un'ottima opportunità per incontrare alcuni tra i migliori narratori italiani, che attraverso le "letture vintage" raccontano se stessi e i loro libri.
Tornano le "letture vintage", un'occasione per leggere, rileggere, ripensare libri che sono stati apprezzati da critica e lettori ma che ora sono un po' nascosti. Gli incontri sono anche un'ottima opportunità per incontrare alcuni tra i migliori narratori italiani, che attraverso le "letture vintage" raccontano se stessi e i loro libri.
English version not available
Italiano
Le "letture vintage" dell'evento 42 sono dedicate a Bacchelli e ai suoi due libri più famosi, "Il mulino del Po" e "Il diavolo di Pontelungo", opere molto amate e lette in passato e che oggi sono andate dimenticate. Presenti per recuperare libri persi nell'oblio Bruno Gambarotta e Paolo Nori, entrambi concordi nel percepire i due romanzi di Bacchelli manzoniani e ottocenteschi, e per questo ben poco attuali. In tempi moderni, infatti, la lettura di testi con aggettivazioni dense e strutture sintattiche complesse non attira più il pubblico di oggi, tanto che «sarebbe davvero strano vedere un ragazzo che legge "Il mulino del Po" per l'estate. Sono duemila pagine!», come spiega Gambarotta.
I romanzi di Bacchelli nascono trent'anni dopo rispetto a quando sarebbero dovuti apparire: opere da leggere d'inverno, quasi per scaldarsi tra le corpose pagine dell'autore. Il pubblico presente, coinvolto dai ricordi della lettura de "Il diavolo di Pontelungo" durante l'infanzia, ha riassaporato alcune righe di entrambi i testi letti da Nori e Gambarotta, col piacere di riscoprire un vecchio libro lasciato nel cassetto.
I testi di Bacchelli vengono ritrovati e apprezzati nello sfondo del Conservatorio di musica Campiani e lasciano l'idea di un tempo finito per sempre, un tempo in cui essere lettore significa non avere altre distrazioni e impegni se non sedersi e aprire un libro di duemila pagine.