10/09/2011 - Translation slam

Geraldine Brooks con Ada Arduini e Gioia Guerzoni

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Le regole del "translation slam" sono semplici. Un autore sceglie alcune pagine di una sua opera ancora non tradotta e le affida a due traduttori italiani, i quali hanno tempo fino alla data dell'incontro previsto al Festival per consegnare la propria versione del testo. Arbitro della partita è il pubblico, che versione originale e traduzioni alla mano dovrà decretare il vincitore. Un modo divertente e partecipato per avvicinarsi ai problemi della traduzione e, più in generale, per entrare nell'officina della scrittura.
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Dettagli. Sciocchezze. Ma queste piccole cose fanno la differenza tra una traduzione e un'altra. La rassegna "Translation slam" propone un'immersione nell'ambito poco conosciuto dei traduttori. Nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, Geraldine Brooks, autrice di lingua inglese, ha scoperto il suo brano proposto una settimana fa a Ada Arduini e Gioia Guerzoni, tradotto in italiano. Secondo l'autrice, la difficoltà era di ritrasmettere l'intonazione di alcuni passaggi e l'ironia che corre lungo il testo. 
Sia Gioia Guerzoni che Ada Arduini hanno sottolineato «l'insoddisfazione del traduttore» perché, a proposito, si tratta di fare una scelta tra delle parole che si assomigliano, tra espressioni quasi uguali che però alla fine non offrono al lettore la stessa visione del testo. A volte le scelte del traduttore sono istintive, a volte ci vogliono numerose ricerche per poter dire, «quella è la traduzione la piu' fedele, la più giusta». Quest'evento è stato un omaggio al lavoro minuzioso dei traduttori perché dimostra la difficoltà di tradurre senza tradire.

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