05/09/2012 - Extralab

PAGINE DELLA CULTURA BACKSTAGE

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Come si costruisce una rassegna stampa internazionale? Come riconoscere le fonti privilegiate - su carta e su internet - per quanto riguarda i temi dell'attualità culturale e della produzione artistica e letteraria? Alberto Notarbartolo, da anni conduttore di "Le pagine della cultura" al Festival, propone un dietro le quinte di questo appuntamento. I partecipanti al laboratorio potranno collaborare, nelle giornate successive, alla preparazione dei quattro incontri di "Le pagine della cultura" previsti quest'anno. Per la partecipazione è richiesta una buona conoscenza della lingua inglese.
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«M'interessa sapere da dove saltano fuori gli argomenti delle 'pagine della cultura', in un mondo in cui tutto è business ed economia sono interessata a conoscere il motivo per cui si pubblicano ancora notizie culturali e, in generale, come sta cambiando il giornalismo in un'epoca di grandi cambiamenti».
Elisa ci racconta così il motivo che l'ha spinta a partecipare al primo "Extralab" del Festival. Un laboratorio dedicato alla costruzione delle rassegne stampa internazionali con un occhio di riguardo per quelle che un tempo si definivano terze pagine, ovvero le pagine culturali. La rivoluzione del web 2.0 ha trascinato via con sé una marea di certezze e pratiche consolidate nel mondo del giornalismo. Se a tutto ciò uniamo gli effetti della grave crisi economica in cui siamo invischiati, ecco che si crea una combinazione imprevista che fa scricchiolare terribilmente il settore dell'informazione costringendo gli editori a tagli pesanti e ridimensionamenti. In tutto questo l'informazione culturale ne risente più delle altre, i grandi giornali riducono le pagine a questa dedicate, la qualità ne risente inevitabilmente. 
Alberto Notarbartolo è un giornalista che può raccontare al meglio il passaggio dall'era del rullo tipografico a quella di internet e offrire al pubblico un punto di vista esperto sul giornalismo mondiale. Notarbartolo è uno dei fondatori del noto settimanale "Internazionale" di cui è vicedirettore e, in particolare, è colui che all'interno del suo settimanale cura la scelta degli articoli culturali: cinema, libri, musica, teatro. La sua è una voce autorevole per illustrare ai ragazzi presenti allo spazio di Santagnese10 la povertà del panorama italiano, per quanto riguarda le pagine culturali, in confronto con il panorama estero.
Un esempio da prendere in considerazione, e da modello, è quello del "Guardian": il quotidiano di Manchester è al quinto posto per diffusione in edicola in Gran Bretagna, mentre è al terzo posto mondiale per visualizzazioni su internet. Il "Guardian" si è costruito una fama e una notorietà che non avrebbe avuto senza un sito web che ha creato un nuovo modo di raccontare le notizie on-line. La capacità di offrire informazioni ad una platea internazionale attira ovviamente investimenti e pubblicità, il quotidiano britannico può permettersi quindi di dare ampio spazio a recensioni di spettacoli teatrali, cinematografici, concerti di classica e via dicendo. Recensioni di grande qualità e consistenza. Nel nostro paese, racconta Notarbartolo, non troviamo niente di simile; le recensioni sono ormai praticamente scomparse, al massimo nei grandi giornali ce n'è una a settimana per il film di maggior successo al botteghino. Ci sono motivi economici che tiranneggiano certe scelte editoriali: in rete circolano notizie di grande qualità, fare quello che fa "Internazionale" dal 1993, e cioè prendere un pezzo straniero, farlo tradurre, farlo revisionare e revisionare ancora una volta costa moltissimo. Una consistente parte dei pezzi di "Internazionale" è dedicata ad argomenti culturali, a recensioni di vario genere. La scelta rischiosa di questo settimanale è stata ripagata con l'apporto di originalità che ha rappresentato per l'informazione italiana, ritagliandosi un target di pubblico affezionato e ormai consolidato. Notarbartolo spazia su vari argomenti che ruotano intorno al mondo del giornalismo e alle trasformazioni globali che vanno a rimodellarlo, ma la sua attenzione si concentra specialmente sui ragazzi interessati ad intraprendere la carriera giornalistica. «Inseguire stage in redazioni prestigiose può servire ovviamente, ma è molto più utile farsi le ossa investendo su un proprio progetto», dichiara il vicedirettore di "Internazionale". In un periodo di crisi economica la parola d'ordine non è immobilizzarsi per la paura di non farcela ma, al contrario, cercare di stare in perenne movimento, con le antenne alzate, ideando progetti che diano una nuova prospettiva e un taglio originale al settore delle news. Il relatore del primo "extralab" consiglia ai giovani di tentare strade nuove: una di queste strade potrebbe essere la costruzione di applicazioni per smartphone e tablet, apps che scavalchino (e implementino) il giornalismo tradizionale. Ci vogliono tante risorse economiche questo si, ma con in mano un progetto meritevole si possono avere ancora buone possibilità di trovare investitori. Un raggio d'ottimismo deve illuminare il mondo del giornalismo. La rivoluzione tecnologica non è il nemico che distruggerà il giornalismo, tutt'altro, è l'onda da cavalcare per cambiare un mondo, per dare una nuova visione delle cose. E le nuove generazioni hanno tutte le capacità e i mezzi per farlo.
 
 
 

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