06/09/2012 - Lavagne. Esempi di scrittura musicale
ASCOLTARE (OGGI) LA MUSICA D'OGGI / STRATEGIE MULTISTILISTICHE IN DUO
2012_09_06_LAV2130
ASCOLTARE (OGGI) LA MUSICA D'OGGI
lato A - Classica
Ascoltare (oggi) la musica d'oggi, ascoltarla, magari, come fosse di ieri. La letteratura musicale contemporanea può essere un'arte del nostro tempo? A cura di Orchestra da Camera di Mantova. Introduce Giovanni Bietti. Musiche di S. Reich e J. Cage. Nextime/Percussionisti dell'Orchestra da Camera di Mantova: Danilo Grassi, Lisa Bartolini, Federico Zammarini, Pedro Perini, Paolo Nocentini.
STRATEGIE MULTISTILISTICHE IN DUO
lato B - Jazz
Mettere insieme voce e trombone è già di suo un'impresa rara, ancora più spericolata quando Marta Raviglia e Tony Cattano usano i loro strumenti per spaziare dal repertorio jazzistico a quello rinascimentale, passando per spirituals e musica brasiliana.
Quest'anno le "lavagne" si fanno in tre: alle originali spiegazioni di problemi scientifici per sola voce e lavagna, si aggiungono le doppie serate musicali di scrittura e ascolto e il minimo vocabolario economico per comprendere la crisi.
lato A - Classica
Ascoltare (oggi) la musica d'oggi, ascoltarla, magari, come fosse di ieri. La letteratura musicale contemporanea può essere un'arte del nostro tempo? A cura di Orchestra da Camera di Mantova. Introduce Giovanni Bietti. Musiche di S. Reich e J. Cage. Nextime/Percussionisti dell'Orchestra da Camera di Mantova: Danilo Grassi, Lisa Bartolini, Federico Zammarini, Pedro Perini, Paolo Nocentini.
STRATEGIE MULTISTILISTICHE IN DUO
lato B - Jazz
Mettere insieme voce e trombone è già di suo un'impresa rara, ancora più spericolata quando Marta Raviglia e Tony Cattano usano i loro strumenti per spaziare dal repertorio jazzistico a quello rinascimentale, passando per spirituals e musica brasiliana.
Quest'anno le "lavagne" si fanno in tre: alle originali spiegazioni di problemi scientifici per sola voce e lavagna, si aggiungono le doppie serate musicali di scrittura e ascolto e il minimo vocabolario economico per comprendere la crisi.
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Italiano
Poche parole, tanta musica: scesa la sera, quando le lampadine illuminano la piazza in mancanza del sole, davanti a Sant'Andrea l'atmosfera si fa carica di attesa.
La folla si riunisce sui gradini, e ai lati, come studenti attorno alla cattedra: e proprio studenti saranno per un'oretta, pronti ad ascoltare la lezione di musica.
Dopo un quarto d'ora dilatato all'infinito dalla musica, o meglio, dalla letteratura musicale dell'Orchestra da Camera di Mantova (Danilo Grassi, Lisa Bartoini, Federico Zammarini, Pedro Perini, Paolo Nocentini), Angelo Folletto (giornalista e critico musicale) si lancia in un appassionato invito all'ascolto: occorre imparare ad ascoltare non solo quello che ci rassicura, quella sonorità che già conosciamo perché c'è da quando siamo nati ed anche da prima, ma anche quello che ci sorprende, senza attivare il meccanismo del rifiuto preventivo.
Perché l'udito, senso veloce e friabile, va abituato ad apprezzare un qualunque tipo di composizione. E dato che le orecchie non si possono chiudere, tanto vale tentarci: l'Orchestra si riunisce ancora e si butta in "Drummer", pezzo caratterizzato dalla rottura delle basi ritmiche, che annulla l'attesa musicale e costringe, o invita, gli ascoltatori a seguire un qualcosa che non afferrano a pieno.
Orchestra: non lasciatevi ingannare dalla parola. Il gruppo è composto solo da percussionisti, liberi, che si alternano negli strumenti più disparati creando un suono che colpisce. E colpisce, per prima cosa, per la sua originalità: suoni che non ci si aspetterebbe di sentire affiorano durante l'esecuzione, quasi ad incantare ed ammaliare i passanti catturandone l'attenzione, rendendoli partecipi all'ascolto. Perché una composizione, come dice Angelo, non ha senso se non viene eseguita, ed ha ancora meno senso se non viene apprezzata da qualcuno che ascolta.
La caratteristica dell'udito, appunto, è quella di essere sfuggente.
Udiamo un suono, una parola, un verso, e come lo concepiamo, questo ha già finito di esistere.
Solamente grazie alla memoria uditiva riusciamo ad elaborare ciò che udiamo, e quello che abbiamo 'interiorizzato' può influenzare in seguito quello che ascoltiamo.
Congas, lattine di tonno, gran casse, mascelle d'asino e conchiglie, ogni suono si confonde agli altri solleticando la memoria dell'ascoltatore, e proprio quella memoria poi permette di apprezzare la musica e di esserne rapiti.
Quattro persone attorno ad una fila di piccole congas (tamburi del diametro di un pallone circa), hanno portato per un quarto d'ora la piazza in una dimensione parallela, e finita la magia della musica, ci siamo visti costretti a tornare nel mondo degli occhi, consapevoli però che ogni posto ha il suo suono, che da nessuna parte esiste il silenzio e che «vivere sapendo ascoltare è fare musica».
La folla si riunisce sui gradini, e ai lati, come studenti attorno alla cattedra: e proprio studenti saranno per un'oretta, pronti ad ascoltare la lezione di musica.
Dopo un quarto d'ora dilatato all'infinito dalla musica, o meglio, dalla letteratura musicale dell'Orchestra da Camera di Mantova (Danilo Grassi, Lisa Bartoini, Federico Zammarini, Pedro Perini, Paolo Nocentini), Angelo Folletto (giornalista e critico musicale) si lancia in un appassionato invito all'ascolto: occorre imparare ad ascoltare non solo quello che ci rassicura, quella sonorità che già conosciamo perché c'è da quando siamo nati ed anche da prima, ma anche quello che ci sorprende, senza attivare il meccanismo del rifiuto preventivo.
Perché l'udito, senso veloce e friabile, va abituato ad apprezzare un qualunque tipo di composizione. E dato che le orecchie non si possono chiudere, tanto vale tentarci: l'Orchestra si riunisce ancora e si butta in "Drummer", pezzo caratterizzato dalla rottura delle basi ritmiche, che annulla l'attesa musicale e costringe, o invita, gli ascoltatori a seguire un qualcosa che non afferrano a pieno.
Orchestra: non lasciatevi ingannare dalla parola. Il gruppo è composto solo da percussionisti, liberi, che si alternano negli strumenti più disparati creando un suono che colpisce. E colpisce, per prima cosa, per la sua originalità: suoni che non ci si aspetterebbe di sentire affiorano durante l'esecuzione, quasi ad incantare ed ammaliare i passanti catturandone l'attenzione, rendendoli partecipi all'ascolto. Perché una composizione, come dice Angelo, non ha senso se non viene eseguita, ed ha ancora meno senso se non viene apprezzata da qualcuno che ascolta.
La caratteristica dell'udito, appunto, è quella di essere sfuggente.
Udiamo un suono, una parola, un verso, e come lo concepiamo, questo ha già finito di esistere.
Solamente grazie alla memoria uditiva riusciamo ad elaborare ciò che udiamo, e quello che abbiamo 'interiorizzato' può influenzare in seguito quello che ascoltiamo.
Congas, lattine di tonno, gran casse, mascelle d'asino e conchiglie, ogni suono si confonde agli altri solleticando la memoria dell'ascoltatore, e proprio quella memoria poi permette di apprezzare la musica e di esserne rapiti.
Quattro persone attorno ad una fila di piccole congas (tamburi del diametro di un pallone circa), hanno portato per un quarto d'ora la piazza in una dimensione parallela, e finita la magia della musica, ci siamo visti costretti a tornare nel mondo degli occhi, consapevoli però che ogni posto ha il suo suono, che da nessuna parte esiste il silenzio e che «vivere sapendo ascoltare è fare musica».