07/09/2013 - Blurandevù

BLURANDEVÙ. Volontari, all'intervista!

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142 partite in nazionale con la maglia della Francia, campione del Mondo nel 1998 e campione d'Europa nel 2000, Lilian Thuram è stato senz'altro uno dei migliori difensori visti sui campi da calcio negli ultimi anni. Dal 2008, anno del ritiro dall'attività agonistica, ha scelto di giocare un'altra partita: quella dei diritti umani. La Fondation Lilian Thuram - Education contre le racisme è promotrice di numerose campagne di sensibilizzazione, che vedono spesso impegnato lo stesso Thuram in prima persona. Ambasciatore dell'UNICEF e autore di "Le mie stelle nere", Thuram arriva a blurandevù, per confrontarsi con i ragazzi su passioni sportive e passioni civili.
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Lilian Thuram è un giocatore da sempre stimato da tutti, tifosi avversari compresi. Stimato da tutti sia per le sue doti in campo (insieme a Cannavaro ha formato, tra Parma e Juventus, una delle coppie di difensori centrali più forti del nostro campionato), sia per il suo pensiero, pacato ma forte nelle questioni più importanti. Inevitabile che riuscisse ad affascinare i ragazzi di Blurandevù.
Perché Lilian Thuram è un (ex) giocatore con cui si può parlare di calcio, ma non solo. Così, partendo dal racconto di alcune delle partite più importanti della sua vita, compresa la finale mondiale persa con l'Italia nel 2006 (a riguardo ha ricordato un aneddoto curioso: «dopo i rigori ero incazzato, ma non incazzato nero come dite in Italia, ma poi è arrivato il mio compagno di squadra di club, Camoranesi, e mi ha detto "non devi essere triste, tu hai già vinto il Mondiale nel 1998, fate essere felici anche noi"») si è passati ad affrontare un tema extra-calcistico a lui molto caro: la lotta contro il razzismo.
«Io sono diventato nero a nove anni, quando dalla Guadalupa sono arrivato a Parigi, si è neri solo nello sguardo degli altri» ha spiegato prima di parlare delle preoccupazioni che ora riflette sui suoi figli («ho subito chiesto loro se a scuola ci fossero altri bambini neri o se fossero gli unici») e della situazione del razzismo in Italia, sia sui campi di calcio, dove secondo Thuram in caso di 'buh' razzisti dovrebbero essere i giocatori bianchi a voler uscire dal campo in segno di protesta, sia nella vita di tutti i giorni.
Ora Lilian sta continuando a giocare la sua partita più importante, quella dei diritti umani, e tutti i ragazzi di Blurandevù si sono augurati possa essere vincente in questo campo come lo era stato negli stadi di tutto il mondo.

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