08/09/2013 - Inedita energia

INEDITA ENERGIA

2013_09_08_209
Quinta edizione per "Inedita energia", l'appuntamento che eni organizza ogni anno proponendo, in un volume distribuito gratuitamente al pubblico, alcuni testi tratti da "Il Gatto Selvatico", la storica rivista aziendale, diretta dal poeta Attilio Bertolucci tra il 1955 e il 1965. Gli argomenti degli anni passati hanno toccato la letteratura, il cinema, l'arte e la critica letteraria: temi di grande interesse, raccontati e discussi da grandi interpreti. Quest'anno eni propone un argomento 'leggero' e di moda: la cucina. L'obiettivo è però quello di discuterne in maniera diversa e originale, attraverso una lettura che spazierà dal linguaggio, alla cultura e alle tradizioni, agli aneddoti e alle curiosità legate a questo mondo. Il nuovo volume della collana Inedita energia, intitolato "Gente di buona pasta", ospita ricette e consigli per la cucina di tutti i giorni e racconti di stravaganti menù scoperti all'estero dagli uomini di eni, accompagnati dalle divertenti illustrazioni di Mino Maccari.
English version not available
Italiano
Messe da parte le inchieste, i processi, le trame oscure e i complotti che ruotano attorno alla morte di Enrico Mattei, lasciamo spazio alla sua storia di sognatore, di 'rivoluzionario', di illuminato despota nell'Italia post bellica. Un periodo difficile, disperato, con uno Stato uscito a pezzi dalla guerra civile, così come la società italiana. A seconda delle scelte operate, si sarebbe scritta la storia d'Italia. Ma molte volte queste scelte furono pilotate da interessi troppo grandi, da potenze neocoloniali impegnate già da tempo in un'altra guerra, quella 'fredda'. L'Italia era già bloccata da lotte interne, da apparati burocratici da confermare o smantellare, da una classe politica da rinnovare. E sullo sfondo, Stati Uniti e Unione Sovietica a sorvegliarsi reciprocamente in un paese da 'conquistare'. Mattei arrivò in questo clima all'Agip per liquidarla. Ma l'orgoglio del partigiano, l'energia dell'uomo che si è fatto da sé, presero il sopravvento. Intuì che l'Italia poteva essere artefice del proprio destino. Poteva sedere al pari delle altre nazioni. Grazie all'energia, al metano e, forse (anche se la scommessa in questo caso fu in parte persa), addirittura al petrolio. Sfidò subito il mondo. Restaurò l'Agip, fondò l'ENI e diresse, nei fatti, la politica energetica dell'Italia. Sicuramente fu un personaggio scomodo, con un carattere forte, prepotente e dispotico. Ma non perse mai di vista il benessere della gente, il progresso della sua patria. E l'Italia riprese davvero a correre. Si rimise in piedi in maniera energica e veloce. Diventò presto un interlocutore alla pari con le altre realtà europee e mondiali. Non per niente, dopo la morte del Presidente dell'ENI, si ebbe una brusca frenata di questa corsa. E il contraccolpo fu sociale e politico, con i primi tentativi di governo di centro sinistra e un tentativo di golpe. Quello che si deve ricordare di Mattei (che forse proprio la morte, come per Kennedy, ne ha salvato l'immagine) è proprio la ventata di energia, di gioventù, di idee nuove e innovative che sempre lo accompagnavano. Si circondò di giovani, cancellando gli odi del passato, assumendo ex repubblichini e nuovi comunisti, democratici cristiani e liberali. Fu estremamente intelligente proprio nel fare queste scelte. Con l'intento di lasciare qualcosa di concreto ai posteri, formò un gruppo dirigente, un movimento di pensiero che poteva benissimo resistere alla sua scomparsa. I giovani quindi, di rimando, lo stimavano, vedevano in lui un modello da seguire. Anche la sua idea di Europa era rivoluzionaria: Mattei la vide nei suoi progetti per difendersi dal blocco comunista che aveva unito l'est, adesso la vediamo come una opportunità di progresso e sviluppo per tutti i popoli coinvolti. Oggi manca la volontà di far valere le proprie convinzioni, di rompere profondamente, se necessario, con tutto quello che blocca il sistema. Ed avendo sempre come fine ultimo il benessere della gente, lo sviluppo sociale, il progresso tecnologico ma soprattutto mentale della società. Il fattore umano deve essere il fine ultimo di ogni azione. L'interesse del paese e il progresso delle nazioni, magari in un'Europa davvero unita. Un'Europa dei popoli, delle persone, degli individui. Questa era la sua visione.

1Luoghi collegati

1Enti correlati