08/09/2013 - Oxford style

OGM, IL GRANDE DUBBIO. PERICOLOSI O SOSTENIBILI?

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Nel 1823 un club di accademici e intellettuali della Oxford University che voleva discutere di politica, senza escludere temi eterodossi e iconoclasti, ma liberi dalle pastoie universitarie, inventò una nuova forma di dibattito. Questo format prevede che - secondo regole precise - ci siano due relatori che intervengano a favore e due contro, in modo brillante e sintetico, andando subito al nocciolo della questione e senza essere interrotti. Dopo quello dedicato all'euro nella scorsa edizione, Festivaletteratura ripropone questa formula per dibattere uno dei temi al centro della discussione ambientale ed economica: a fronte di drammatici cambiamenti climatici e con una popolazione in crescita esponenziale ci sono alternative valide e sostenibili che ci permettono di fare a meno degli Ogm? E questi sono così pericolosi come sostengono gli ambientalisti? All'inizio e al termine dell'incontro sarà misurato l'orientamento del pubblico, per capire quanto il dibattito ne ha influenzato ed eventualmente mutato l'opinione.
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Anche quest'anno il Festival ripropone la formula vincente del 'dibattito pubblico' basato sul modello dell'Oxford Style. Data una comune assertion si sviluppa una discussione mediata e controllata tra due squadre (ciascuna composta da due concorrenti) che cercano di convincere l'opinione pubblica portandola dalla propria parte, quest'anno il ruolo di mediatore è stato rivestito da Laura Bettini. Per rendere il tutto più semplice una squadra è PRO argomento centrale, mentre l'altra ovviamente CONTRO. Tuttavia, come ogni dibattito gestito si hanno delle regole: ciascun componente può prendere la parola al massimo per tre volte e ogni volta può farlo per cinque minuti; non ci si può scavalcare, ma si deve obbligatoriamente attendere il proprio turno di parola, inoltre il moderatore ha l'obbligo di interrompere il relatore se questo dovesse superare i suoi cinque minuti massimi.
E il pubblico? Il pubblico ha un ruolo fondamentale: è invitato ad esprimere la sua opinione una prima volta ad inizio dibattito, ed una seconda al termine di quest'ultimo. Ciò per osservare l'eventuale e auspicato cambiamento dell'opinione in seguito al dibattito.
In questa ultimo giorno di kermesse il tema scelto non è stato affatto semplice, a cominciare dalla sua iniziale interpretazione: 'gli OGM sono inadeguati a garantire la sostenibilità in agricoltura?'. Dario Bressanini e Beatrice Mautino compongono la squadra del 'contro', mentre Luca Ruini e Luca Colombo quella del 'pro'. L'argomento OGM ormai da diversi anni occupa molto spazio nella riflessione pubblica, toccando purtroppo in alcuni casi punte che sfiorano la mera chiacchiera. Nel contesto dell'Oxford Style (per la struttura del format), al contrario si è cercato di portare argomenti puntuali, tecnici e precisi.
In sala sono presenti circa cinquecento spettatori, dalla prima votazione i dati che emergono sono i seguenti: il 48% dei votanti ritiene gli OGM inadeguati, mentre il 42% li considera adeguati. Come appare chiaramente, l'opinione della sala è divisa a metà, e ciò significa che i relatori dovranno sfoderare tutta la loro abilità per far pendere l'ago della biliancia maggiormente dalla parte di una sola squadra!
I dodici interventi si susseguono. Gli argomenti più toccati sono stati quelli relativi alla sostenibilità delle risorse, alla sostenibilità economica e alla biodiversità.
Al termine del dibattito si ripete la votazione, ma a questo punto con risultati ben differenti: il 48% dei votanti ha scelto di schierarsi con la posizione 'contro', mentre solo il 39% con i 'pro'.
Dario Bressanini e Beatrice Mautino sembrano aver fatto presa attraverso la scelta della«divulgazione di storie poco note legate all'uso degli OGM», ma anche all'appello al «riprendersi la propria agricoltura' e all'investire nel settore agroalimentare». Forse però l'argomento vincente è stato quello che li ha visti proporre una posizione mediana nei confronti degli OGM: stigmatizzare l'utilizzo di questa biotecnologia non è mai positivo, è necessario invece capire di volta in volta se rifarsi ad essa, o scegliere e percorrere altre strade.

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