08/09/2013 - Tracce

LA CITTÀ È DI TUTTI

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Le città italiane sembrano crescere sempre più sregolate. C'è un ceto politico trasversale che svende ai peggiori interessi spazi e beni nati per essere pubblici. Ci sono comitati di quartiere che propongono soluzioni e metodi per ripensare le città. Francesco Erbani racconta che cosa succede nella Capitale ("Roma. Il tramonto della città pubblica").
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Gli spazi utilizzati dai cittadini come territori comunitari per una fruizione totalmente orizzontale, si sviluppano da una fondazione privata che, tuttavia, trovano la loro naturale crescita nella formazione di crocevia pubblici. Erbani ha parlato di Venezia come di una città esemplare per quanto riguarda questo tipo di crescita urbana, così come alcuni comuni in provincia di Avellino.
Le carenze che possono portare allo sviluppo illogico una struttura urbana sono sicuramente le politiche neoliberiste, la crisi economica e, ultimo ma non meno importante, l'utilizzo di mezzi di locomozione privati a discapito di un sistema di trasporto pubblico che risulta inefficiente.
Per concludere l'intervento, Erbani ha messo a confronto due città che hanno deciso di comportarsi in modo diverso rispetto al recupero di spazi pubblici abbandonati e in attesa di un riutilizzo: Roma, con il caso dei quattordici depositi ATAC che hanno rischiato di essere venduti, smantellati e riutilizzati per costruire dei mini quartieri residenziali senza senso, e Fraburgo che invece ha deciso di riutilizzare 64 ettari al sud della città (una volta area industriale) per costruirvi una eco-periferia ricca di servizi e perfettamente collegata al centro urbano tramite una fitta ed efficace rete di trasporti. Queste due dimensioni di sviluppo sono lo specchio di quella che è la consapevolezza del cittadino rispetto al suo ruolo di abitante nel contesto urbano: la differenza, dunque, alla fine la facciamo noi.

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