05/09/2014 - Ascolto il tuo cuore, città

LE MIE CITTÀ

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New York e Lagos. Cosa hanno in comune città così diverse? Sono le due patrie di Teju Cole, critico d'arte e fotografo, oltre che scrittore premiato dalla critica e dai lettori. Lo scrittore di origine nigeriana le racconta con uno stile unico, che tradisce la passione per le arti visive e gli permette di aprire nuove prospettive nel romanzo contemporaneo, come accade in Ogni giorno è per il ladro e soprattutto nel suo capolavoro Città aperta.

Lo incontra Diego De Silva.
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Teju Cole, scrittore, fotografo e storico nigeriano naturalizzato statunitense, sorride dietro gli occhiali dalla montatura spessa mentre l'autore Diego De Silva lo presenta al pubblico di Festivaletteratura, accorso numeroso per l'occasione. «Diego ha fatto una descrizione così bella del mio romanzo 'Città Aperta' che mi è venuta voglia di leggerlo!», scherza. Il romanzo, accolto entusiasticamente dalla critica, è un'occasione per riscoprire la forza della parola, un «romanzo per omissioni», lo definisce De Silva, in cui la semplicità della trama è una meraviglia: Julius, psichiatra di origini nigeriane, cammina per New York in seguito a una delusione amorosa e annota mentalmente tutto ciò che vede. È un personaggio che, pur avendo un occhio attento alle differenze (numerosi, infatti, gli episodi legati a 'homeless' e immigrati), si occupa dell'ordinario, dimostrando uno spiccatissimo interesse antropologico. «Julius cammina per strada come se leggesse - suggerisce De Silva - con lo stesso passo e la cura di un lettore».  C'è un ritmo nel camminare di Julius che corrisponde al ritmo della scrittura. Infatti, forte è l'influenza musicale nella formazione di Cole, ma anche il riferimento al cinema, soprattutto quello italiano del maestro Fellini. «Non a caso, si dice che il regista sul set de 'La dolce vita' volesse sempre una musica di sottofondo ad accompagnare la recitazione dei suoi attori. A mio modo è quello che cerco di fare anche io con la scrittura, perché nella narrazione si senta sempre una pulsazione, un movimento» dice l'autore.  Teju Cole, per spiegare la tensione che si sviluppa nel suo racconto, si riferisce anche al poeta francese Eluard, che diceva «C'è un altro mondo, ma è dentro di questo»: camminando si fa esperienza di una realtà 'altra' rispetto a quella visibile, la storia personale e quella dei luoghi si intrecciano, il tempo si dilata e tutto questo si riflette nella scrittura. Un evento di cinque secondi diventa un'intera pagina di particolari, in bilico fra la descrizione obbiettiva e l'estasi del dettaglio, costringendo il lettore a una grande intimità con il personaggio. L'intimità si raggiunge anche grazie all'onestà di Julius verso se stesso, «attitudine che ci fa pensare che l'autore ci stia rivelando qualcosa di assolutamente vero mentre lascia parlare il personaggio, come dovrebbe sempre fare la letteratura», dice De Silva, onestà raggiunta in un lungo viaggio introspettivo attraverso quella città di luci e ombre che è New York secondo l'autore. L'onestà è un tema che ritroviamo in un'altra opera dello scrittore, "Ogni giorno è per il ladro", che racconta (anche fotograficamente) la città di Lagos, in occasione del ritorno di Cole nel suo paese natale. È un racconto di povertà e corruzione, narrato dallo sguardo curioso, attento, ma allo stesso tempo aperto e disponibile dell'autore perché, come lui stesso ricorda in chiusura «responsabilità di uno scrittore è essere onesto, ma anche essere tenero».

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