Nel 2003 due brillanti matematici, Roberto Lucchetti e Giuseppe Rosolini, si ritrovano a parlare a Mantova proprio dell’importanza sociale del gioco e della teoria matematica dei giochi, un ramo della matematica applicata che studia e cerca di definire, in termini analitici, il modo in cui si comportano più individui quando si trovano in una situazione competitiva che genera una ricompensa. Nell’evento “La teoria matematica dei giochi” i due matematici si confrontano col pubblico, affrontano l’argomento spaziando dalla politica all’economia, non trascurandone tuttavia gli aspetti psicologici e sociali legati ad esso.
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Le origini del gioco sono antichissime, basti pensare ai ritrovamenti nella città di Ur, remota città della bassa Mesopotamia, del gioco reale di Ur (o delle venti caselle), e considerato uno degli antenati del backgammon odierno, risalente a un periodo compreso fra il 2400 e il 2600 a.C..
Un altro gioco secolare ma ancora oggi fra i più conosciuti al mondo, è senza dubbio quello degli scacchi: a Festivaletteratura se ne è parlato più volte, portando al pubblico di Mantova uno dei più grandi giocatori al mondo, Boris Spassky, protagonista dell’indimenticabile “sfida del secolo” avvenuta nel 1972 a Reykjavík contro l’americano Bobby Fischer. Nel 2007 ci raccontò quello e altri straordinari pezzi di vita in compagnia di Guido Rampolli, in una gremita piazza San Sebastiano.
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Alzi la mano chi non ha mai giocato nel corso della propria vita almeno una partita a biliardino! E chi non ricorda, fra i più affezionati del Festival, la mitica partita fra Dino Zoff e i nostri volontari nell’ormai lontano 2009 in piazza Alberti (per chi se lo fosse sfortunatamente perso, vi lasciamo una piccola testimonianza qui sotto)! Ma quando è nato il calcio balilla? E perché? A questo e molto altro risponde Alessio Spataro, che nel suo graphic novel Biliardino ripercorre le tappe più importanti di questo appassionante gioco insieme a Marco Malvaldi.
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Nel 2016 Festivaletteratura ha dedicato una rassegna ai videogiochi (potete vedere un estratto video qui sotto), che ormai da decenni si sono affermati come fenomeno culturale di massa, e «degli strumenti potentissimi per imparare e socializzare, che forse davvero ci insegnano qualcosa su noi stessi e sul nostro essere al mondo», come dice Valentina Tanni, critica e curatrice d’arte. Ma come possono realmente “salvare” il mondo? In questo evento del 2016 Isabelle Arvers, Gabriele Ferri e la stessa Valentina Tanni cercano di trovare insieme una risposta.
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