Avoledo, Tullio
Tullio Avoledo (Valvasone, 1957), «friulano per tre quarti e tedesco per il resto», ha pubblicato romanzi e racconti tradotti in inglese, spagnolo, tedesco, russo, polacco e ungherese. Esordisce nel 2003 con L'elenco telefonico di Atlantide, vincitore del Premio Forte Village Montblanc - Scrittore emergente dell'anno. Dopo gli altrettanto validi Mare di Bering, Lo stato dell'unione, Tre sono le cose misteriose e Breve storia di lunghi tradimenti, nel 2008 pubblica La ragazza di Vajont e L'ultimo giorno felice, in cui affiorano temi scottanti come l'ecomafia e lo sradicamento della memoria. Nel 2009 esce L'anno dei dodici inverni, un'originale storia d'amore e viaggi nel tempo finalista al Premio Stresa e vincitrice del Premio dei Lettori di Lucca 2010. A Un buon posto per morire (2011), scritto a quattro mani con Davide Boosta Dileo, seguono i romanzi di fantascienza post-apocalittica Le radici del cielo (2012) e La crociata dei bambini (2014), legati al progetto editoriale Metro 2033 Universe dello scrittore russo Dmitry Glukhovsky. Nel 2016 è la volta di Chiedi alla luce, un viaggio crepuscolare attraverso un'Europa piena di segni premonitori e cicatrici dell'anima. Tra i suoi ultimi lavori si segnalano il romanzo distopico Furland® (2018), il noir fantascientifico Nero come la notte (2020), vincitore del Premio Scerbanenco, e il recente Come navi nella notte (2021).
(foto: © Festivaletteratura)