Rollo, Alberto
Persona
ALBERTO ROLLO AL FESTIVALETTERATURA 2017 - ©FESTIVALETTERATURA
Alberto Rollo (Milano, 1951), è stato direttore letterario della casa editrice Feltrinelli dal 2009 al 2017. Per due decenni ha scritto recensioni di libri, teatro e cinema per vari quotidiani nazionali. Suoi saggi sono apparsi anche sulle riviste "Belfagor", "Quaderni Piacentini", "Ombre Rosse", "Il Maltese" e "Tirature". Già condirettore di "Linea d'Ombra", ha collaborato con le maggiori case editrici italiane e tradotto numerosi autori inglesi e americani, da Will Self a Jonathan Coe, passando per classici come Washington Irving e William Faulkner. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Un'educazione milanese", che gli è valso il Premio letterario Alvaro-Bigiaretti ed è entrato nella cinquina del Premio Strega 2017. Nell'opera, come ha scritto Simonetta Fiori su "Repubblica", Rollo ha raccontato la sua città «senza gli accenti patetici della nostalgia, senza alcuna intenzione sociologica, ma con lo sguardo di chi è nato da una famiglia proletaria di periferia, ha condiviso lo scatto utopico e ribelle della sua generazione e oggi si ritrova in un paesaggio radicalmente mutato».
Alberto Rollo (Milan, 1951), was literary director of the Feltrinelli publishing house from 2009 to 2017. For two decades, he has written reviews of literature, theatre and film for various national newspapers. His works have appeared in magazines such as "Belfagor", "Quaderni Piacentini", "Ombre Rosse", "Il Maltese" and "Tirature". Former co-editor of "Linea d'Ombra", he has worked with leading Italian publishing houses and has translated a number of British and American authors, from Will Self to Jonathan Coe, including classics such as Washington Irving and William Faulkner. He published his first novel, "Un'educazione milanese" in 2016, which won the Premio letterario Alvaro-Bigiaretti and was short-listed for the Premio Strega 2017. In the book, as Simonetta Fiori wrote in "Repubblica", Rollo has written about his city «without the pathetic accent of nostalgia, without any intention or sociological perspective, but with the eyes of someone who was born into a proletarian family in the suburbs, who shared the utopian and rebellious spark of his generation, and today finds himself in a radically changed landscape».