Amiry, Suad
Persona
Suad Amiry al Festivaletteratura 2020 - ©Festivaletteratura
Suad Amiry è un'architetta e scrittrice palestinese. Cresciuta tra Amman, Damasco, Beirut e Il Cairo, ha studiato architettura all'American University di Beirut e all'Università del Michigan, specializzandosi infine a Edimburgo. Nel 1981 si trasferisce a Ramallah, nel cuore dei Territori occupati, dove vive tuttora. Collabora da anni con la Birzeit University ed è fondatrice e direttrice del Riwaq Center for Architectural Conservation di Ramallah, nato per salvaguardare e catalogare lo straordinario patrimonio artistico della Palestina, preservandone le tradizioni e la memoria. Già membro della delegazione palestinese per la pace a Washington D.C. dal 1991 al '93, ha scritto e curato numerosi volumi sui differenti aspetti dell'architettura mediorientale ed è nota in tutto il mondo grazie ai suoi pungenti e accorati scritti di denuncia (Sharon e mia suocera, Se questa è vita) contro i diritti negati e le dignità calpestate a danno del suo popolo. Anche in Golda ha dormito qui (2013) e nel recente romanzo Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea (2020), ambientato a Giaffa tra il 1947 e il '48, Amiry continua a misurarsi con il dramma dell'occupazione attraverso le storie di chi ha perduto la propria casa, il proprio paese e la propria identità.
Suad Amiry is a Palestinian architect and writer. She grew up in Amman, Damascus, Beirut and Cairo and studied architecture at the American University of Beirut and the Michigan University, specializing in Edinburgh. In 1981, she moved to Ramallah, in the heart of the Occupied Territories where she currently lives. She has worked for a number of years with Birzeit University and she also founded the Riwaq Centre for Architectural Conservation in Ramallah, created to protect and classify the extraordinary cultural heritage of Palestine, thus conserving its memory and traditions. Already a member of the Palestinian delegation for peace in Washington D.C. from 1991 to 93 she wrote and edited a number of volumes on different aspects of Middle-Eastern culture and she is famous the world over for her heart-felt and biting writings denouncing the denied rights and downtrodden dignities of her people, in particular for her "Sharon and my Mother in Law" translated in 19 languages and Viareggio Prize winner in 2004 and "Nothing to Lose but Your Life". In 2014 she was awarded the Nonino Risit d' d'Âur prize.