06/09/2006 - Un'idea di Dante

DANTE. UN LABIRINTO PER MUSICA


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Una rilettura di una rilettura dantesca d'autore. Una ripresa del celebre "Laborintus II" per voci, scritto da Sanguineti alla metà degli anni '60 e musicato da Luciano Berio. Un collage di testi danteschi ibridato con Eliot, Pound, citazioni patristiche e testi dello stesso Sanguineti, perché, come scrive Dante nel "Convivio", la musica si costruisce per relazioni. 

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Italiano
Ore 18.30, cortile di Palazzo D'arco, platea sold out. Nessuna sedia vuota, come è giusto che sia quando il soggetto è una 'lezione' sul Sommo Poeta Dante Alighieri, condotta in maniera molto informale da uno dei simboli poetici del secolo scorso: Edoardo Sanguineti. Quando varca la soglia del Palazzo, lo accoglie un applauso avvolgente che lo accompagna quasi fino al microfono. In quest'atmosfera, Edoardo Sanguineti comincia a spiegare Dante a suo modo percorrendo in particolare la strada che lo ha portato nel 1965 a comporre i testi dell'opera musicale "Laborintus II", arrangiata, composta ed ideata da Luciano Berio. Dopo aver raccontato come l'opera abbia preso forma e quanto e perché Dante ne sia soggetto testuale, Sanguineti dà in pasto alla platea due momenti della stessa: prima la conclusione, nella quale si ascolta il rumore che nell'inferno è provocato dalla musica profana e poi l'incipit, costruito sulla falsa riga di quello di "Vita Nova". Irrinunciabile, allora, fare la fila per l'autografo (una coda che in realtà era anche particolarmente lunga) sperando che in qualche modo quel tratto di penna sulla seconda di copertina possa fermare anche il nostro tempo trasformandolo in poesia.

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