07/09/2008 - Gli assassinii del Grande Nord
GLI ASSASSINII DEL GRANDE NORD
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Tra il 1965 e il 1975 Maj Sjöwall ha scritto insieme a Per Wahlöö una serie di romanzi gialli accomunati dal sottotitolo "romanzo di un crimine" e dalla presenza dell'investigatore Martin Beck, un poliziotto tormentato da un'ulcera che si aggrava insieme al disagio di vivere nella società svedese. Considerati dei punti di riferimento da Henning Mankell e persino da Andrea Camilleri, i libri della Sjöwall sono scritti secondo un'impostazione classica e con grande sapienza letteraria, concedendo ben poco a sensazionalismi o a colpi di scena gratuiti. La incontra il giornalista Paolo Zaccagnini.
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Questa mattina a Palazzo d'Arco Paolo Zaccagnini ha intervistato la scrittrice di gialli svedese Maj Sjöwall. «Negli anni '70, in un bar di Stoccolma, insieme a quello che sarebbe diventato in seguito mio marito, Peter Wahloo, è nata l'idea di cimentarci in un genere all'epoca poco considerato: il poliziesco». L'iniziativa è vincente: in pochi anni esce una serie di dieci romanzi, accomunati dal sottotitolo, "romanzo di un crimine", e dalla figura dall'investigatore Martin Beck. Maj Sjöwall e Peter Wahlöö, uniti dalle stesse letture e da un modo molto simile di pensare agli intrecci e alle trame dei loro romanzi, hanno sfruttato il genere poliziesco anche per muovere una critica alla società svedese del periodo. «Il poliziesco», spiega la Sjöwall, «era un ottimo mezzo per dimostrare come la social democrazia si stesse dimenticando degli operai e lavoratori, avvicinandosi sempre più al partito capitalista». Qualche lettore li ha abbandonati a causa di queste critiche, tanti altri, invece, soprattutto i giovani politicamente impegnati della sinistra, li hanno sostenuti e, progressivamente, Sjöwall e il marito sono diventati le icone del poliziesco nordico.