12/09/2009 - "la parola cui abbiamo creduto" (Celan)


OMAGGIO A GHIANNIS RITSOS


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«Ritsos, fra i poeti moderni» ha scritto Ezio Savino «è l'uomo della selezione negata (...). Muscoloso enciclopedista del canto, è condannato a leggere, a integrare nelle sue fantastiche armonie ogni scheggia di reale (...). Il suo macinare le cose tradisce la soddisfazione pacata della scoperta, e il gusto arguto, esteriormente semplice, di comunicarla travestita da poesia». Nato cento anni fa a Monemvasià, in Grecia, Ghiannis Ritsos è uno dei più importanti e prolifici poeti del Novecento: candidato più volte al premio Nobel, le sue raccolte e i suoi testi teatrali sono stati tradotti nelle principali lingue del mondo. Ne ripercorrono la vita e l'opera, insieme a Daniele Piccini, Nicola Crocetti, editore e traduttore di molte delle sue raccolte, e l'attrice Elisabetta Pozzi, assidua interprete delle opere del poeta greco.
 Ascoltare la voce dei testimoni che hanno camminato insieme ai poeti, e quella dei critici e dei grandi lettori che hanno frequentato i loro testi significa ritrovare la ragione per cui una parola nasce. Festivaletteratura propone quest'anno una serie di incontri, curati da Mario Artioli e Daniele Piccini, su alcuni dei poeti del Novecento che non possiamo più udire dal vivo.
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Italiano
Nella sala degli Arcieri del Palazzo Ducale, con tutti i posti esauriti, sabato alle 17:15 Daniele Piccini ci ha introdotti nella vita e nelle opere del poeta greco Ghiannis Ritsos. Con lui l'editore della rivista "Poesia", Nicola Crocetti, e l'attrice Elisabetta Pozzi. Crocetti vanta una lunga amicizia col poeta, sin da quando si è recato clandestinamente nella sua casa in Grecia quando quest'ultimo era agli arresti domiciliari. Ritsos era stato arrestato una decina d'anni prima la notte del golpe nel '57. Scrivendo sotto la dittatura, Ritsos usa i miti greci per parlare di altre cose. L'attrice Elisabetta Pozzi ha brillantemente interpretato alcune delle sue poesie, fra cui un poema sulla passione di Fedra per Ippolito. Crocetti ha raccontato molti episodi ed aneddoti della vita del prolifico poeta: quando gli ha parlato dell'idea di creare una rivista di poesia, Ritsos gli ha dato il benestare dicendogli: «Fare poesia è osare l'inosato».

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