09/09/2011 - Tracce. Live e on demand su telecomitalia.com

TORMENTONI ITALIANI CONTEMPORANEI

2011_09_09_TR1900
L'uso che diventa abuso, l'invenzione di un giorno che si trasforma in piatta ripetizione quotidiana: Stefano Bartezzaghi ("Non se ne può più") illustra, spiega, tormenta i tormentoni linguistici che oggi imperversano. E quant'altro.
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Italiano
Stefano Bartezzaghi utilizza i trenta minuti a disposizione nel magnifico crepuscolo mantovano di Piazza Sordello, per parlare di tormentoni. Riferisce che i primi sentori che il mondo fosse cambiato si sono avvertiti quando la frase più ricorrente in ambito lavorativo diventò: «Questo è un prodotto molto valido». Quel valido ha cominciato a cambiare le cose!
Una volta aperta la strada, Bartezzaghi snocciola un elenco di intercalari come «voglio dire, come dire, di tutto di più, non me ne può fregare di meno, non dimentichiamoci che, piuttosto che, non se ne può più», che gli italiani ripetono quasi ossessivamente nella costruzione delle proprie frasi.
Nell'analisi del tormentone, il famoso enigmista è arrivato a coniare delle leggi che ammoniscono chiunque voglia criticare ferocemente i produttori di tormentoni per tre motivi: il primo è che qualsiasi cosa può diventare un tormentone (vedi «bau bau micio micio», reso famoso da un noto programma satirico), il secondo è che nessuno può evitare che una cosa detta diventi un tormentone («non dire gatto se non ce l'hai nel sacco»), infine, nessuna parola ne è al riparo.
In conclusione, la soluzione è prenderli per quello che sono e di giocarci perché se li conosci li eviti.
 

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