10/09/2011 - Tracce. Live e on demand su telecomitalia.com
C'È QUALCUNO CHE VUOL FARE LO SCRITTORE?
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Christopher Moore non è certo uno scrittore avaro di consigli. Basta visitare il suo sito per trovare risposte anche per chi vuole intraprendere una carriera d'autore. Per i più pigri, oggi le risposte sono dal vivo.
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Christopher Moore si apre subito alle domande dei lettori, lasciando spazio alle loro curiosità. Ecco rivelati alcuni segreti del mestiere, come la scelta di una lingua in cui essere tradotti piuttosto che un'altra oppure l'ispirazione per il suo libro "Il Vangelo secondo Biff" («Nella Bibbia manca il racconto di trent'anni di vita di Gesù: ero la persona adatta a raccontarli perché non sono né uno storico né un teologo»).
Moore ha spiegato come è entrato nel mondo dell'editoria, come comportarsi quando altri scrittori chiedono prefazioni, come è cambiato il suo modo di lavorare (per il primo libro ha avuto tempo per ripensare l'idea; dal secondo i tempi sono diventati più stringenti per motivi contrattuali e deve sempre costruire una scaletta fissa). Dopo aver ricordato che per aver successo come scrittore contano talento e lavoro ma soprattutto fortuna, ha affrontato il tema del self-publishing: se negli anni '80 autopubblicarsi era un fallimento (nessun editore aveva accettato la pubblicazione), ora questa pratica consente ad alcuni giovani di aver successo; ma toglie anche efficaci filtri che impediscono la pubblicazione di materiale scadente. Anche in USA, come in Italia, chi appare in TV ha più probabilità di vedersi pubblicato: ma questo perché chi lavora nei media è avvantaggiato nella scrittura saggistica e di attualità. Si chiude con un pensiero per l'11 settembre: dieci anni dopo, anche per uno scrittore umoristico come lui non c'è nulla da dire se non fermarsi davanti a una «tragedia enorme».
Moore ha spiegato come è entrato nel mondo dell'editoria, come comportarsi quando altri scrittori chiedono prefazioni, come è cambiato il suo modo di lavorare (per il primo libro ha avuto tempo per ripensare l'idea; dal secondo i tempi sono diventati più stringenti per motivi contrattuali e deve sempre costruire una scaletta fissa). Dopo aver ricordato che per aver successo come scrittore contano talento e lavoro ma soprattutto fortuna, ha affrontato il tema del self-publishing: se negli anni '80 autopubblicarsi era un fallimento (nessun editore aveva accettato la pubblicazione), ora questa pratica consente ad alcuni giovani di aver successo; ma toglie anche efficaci filtri che impediscono la pubblicazione di materiale scadente. Anche in USA, come in Italia, chi appare in TV ha più probabilità di vedersi pubblicato: ma questo perché chi lavora nei media è avvantaggiato nella scrittura saggistica e di attualità. Si chiude con un pensiero per l'11 settembre: dieci anni dopo, anche per uno scrittore umoristico come lui non c'è nulla da dire se non fermarsi davanti a una «tragedia enorme».