05/09/2013 - Latinoamericana

CONQUISTE E SCONFITTE DELLA LINGUA LETTERARIA DELL'AMERICA LATINA. Libero manuale di letteratura latinoamericana

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Per i continenti che hanno conosciuto un passato coloniale, la questione di quale lingua utilizzare per la scrittura si pone come perennemente aperta. Il cubano Francisco Lòpez Sacha cerca di ripercorrere la vivace e tormentata storia di una lingua costantemente reinterpretata attraverso apporti culturali estremamente eterogenei, nonostante una forte tensione unitaria.
«Credo che ogni paese dell'America Latina stia producendo il suo o i suoi scrittori (). Al tempo stesso, esiste in profondità quella cosa magnifica che è una garanzia del trionfo definitivo del nostro futuro: l'unità linguistica e il sentimento di essere latinoamericani che unisce tutti noi». Prendendo spunto dalle parole di Julio Cortàzar, abbiamo chiesto ad alcuni ospiti latinoamericani presenti al Festival di tracciare un profilo letterario del proprio continente, per comporre un'ideale introduzione a una delle letterature dall'immaginario più potente.
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Latinoamericana va avanti, costruendo sotto la Tenda dei Libri un canale di comunicazione diretto con i cugini di noi Europa mediterranea, l'America Latina. Il cubano Francisco Lopez Sacha conduce, sotto la tenda dei libri, l'esposizione del profilo letterario di una terra sprizzante di vita, figlia di sogni ed errori di altri; profilo già precedentemente tracciato dagli altri ospiti latinoamericani presenti al Festival. «Lo spagnolo non era nostro, non è nato con noi.» Come trapelare il sentimento latino-americano all'interno di quella lingua che - letteralemente, con le navi, i fucili e i cannoni - ci portarono dal Mediterraneo?
L'atmosfera si riempie così di gesta quasi eroiche, eco di una battaglia per l'indipendenza espressiva, il più alto orizzonte al quale una cultura può ambire. Lo spagnolo inizia a differenziarsi a Cuba, in Messico, ai Caraibi, a mutare ed arricchirsi: la lingua nasce ma, pur esistendo, manca di un volto. Fu allora che, a partire dalla poesia, l'ottocento inizia a diventare culla di un sentimento quasi 'nazionale', potremmo dire, che si rivela con un'espressività propria presente e possibile solo da questa parte dell'oceano. Una lotta simile a quella che è avvenuta per l'inglese, tanto americano quanto africano. Alla poesia seguì la prosa, la narrativa, e dal '49 al 69' la prospettiva che il romanzo aveva - di ambizione ed imitazione della letteratura europea - cambia radicalmente. La lingua spagnola, portoghese e le minoranze francesi acquistano un timbro letterario caratteristico che le allontana dalle terre europee ma permette loro anche di mettere radici là dove sono. La letteratura compie il suo impegno più vero, di riuscire a comunicare con il lettore: le strutture compositive nuove, un salto d'ottava per quanto riguarda il tono, l'accento, il lessico e la sintassi della lingua fanno sì che, in contemporanea con lo sforzo di adattarsi all'indipendenza acquisita, la lingua europea (comunque sempre amata) riesca a cedere il passo a quel linguaggio che ormai, come nel caso di Brasile e Portogallo, necessita di una traduzione diversa dalla terra d'origine.

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