12/09/2015 - La scrittura in scena

SUL PALCOSCENICO DEL DESTINO

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Per ritrovare un'intensità paragonabile a quella del teatro di Wole Soyinka, il lettore e lo spettatore occidentali devono fare un viaggio a ritroso nel tempo e ricollegarsi al teatro elisabettiano o a quello della polis greca. Nel teatro di Soyinka non c'è dialogo interpersonale, psicologico, ma dialogo tra l'uomo e le forze che incarnano o adombrano il destino. La potenza di questo teatro deriva non solo dalla straordinaria intensità della situazione, ma dall'esplosiva vitalità della lingua che vanifica la contrapposizione tra teatro di parola e d'azione. In questo senso Soyinka recupera la tradizione orale del teatro africano, sociale e religioso, e della folk opera yoruba, traducendola in una forma declinabile sul palcoscenico occidentale, con l'intento di fondare una tradizione scritta. Dialoga con l'autore di "La morte e il cavaliere del re" il direttore dell'Hay Festival Peter Florence.
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