06/09/2002 - Scritture Giovani

4. Scrittori a confronto


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Ospite d'onore: Pete Hamill



Seconda parte dell'incontro di Rajeev Balasubramanyam e Ingo Niermann con il pubblico di Festivaletteratura. Questa sera interviene Pete Hamill, per anni inviato speciale ed ora vice-direttore del "New Yorker", nonché autore di numerosi romanzi. Diversi gli stimoli alla discussione: il rapporto tra attualità e scrittura - secondo diverse generazioni di scrittori - e l'importanza delle differenti tradizioni culturali per un giovane narratore. Conduce la serata la giornalista e scrittrice Paola Mordiglia.

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Raccontare la realtà con gli occhi del giornalista è un po' scrivere con il fiato corto, «come parcheggiati in seconda fila», senza il tempo di poter far decantare l'oggetto della propria cronaca. La ricchezza della narrativa sta invece nella possibilità di avere tempo per assaporare, per gustare colori e sfumature di ciò che si va a descrivere. Le osservazioni di Pete Hamill, americano vice direttore del "New Yorker", aprono il quarto appuntamento con le "Scritture Giovani", e subito si accende il dibattito con il tedesco Ingo Niermann e l'inglese Rajeev Balasubramanyam. Anche la possibilità di escludere i concetti di tempo e spazio, lasciando scorrere la prosa sospesa in confini indefiniti, è una delle alchimie del romanzo: «Ho un rispetto quasi esagerato della realtà per pensare di poter contestualizzare le mie narrazioni», sottolinea Ingo, e il suo breve racconto ne è testimonianza. Ben diversa l'ottica di Rajeev. La penna di un romanziere diventa anche strumento di denuncia, cassa di risonanza di una realtà che è attuale, vicina, ben riconoscibile. Inevitabilmente la conversazione sfiora il tema dell'11 settembre: «saranno proprio le nuove generazioni di scrittori», conclude Hamill, «ad avere la possibilità di distillare le emozioni legate ad un passato tanto tragico».

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