08/09/2005 - Prima di spegnere la luce

PRIMA DI SPEGNERE LA LUCE


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La giornata del Festival è ormai finita e tutti stanno per andare a dormire, già pensando agli eventi di domani. Ma c'è sempre qualcuno che ha voglia di tirare tardi, e di fermarsi in piazza a far due chiacchiere. Per tutti coloro che sono stanchi ma non sfiniti, Festivaletteratura ha pensato a "Prima di spegnere la luce", una serie di eventi intorno a temi, ora più seri, ora più lievi, che stanno sulla soglia tra il giorno e la notte.

In caso di maltempo, l'evento si terrà al Teatro Bibiena.

La parola di questa notte è BUIO
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La scenografia del palcoscenico del Bibiena è una luce al neon che cambia colore mentre Piero Dorfles introduce il buio come tema della serata, ricordandoci che il buio della notte è la dimensione nella quale siamo soli con i nostri pensieri. Luca Scarlini descrive come il mondo sia cambiato da quanto è stata creata la luce elettrica. Ci sono lati della nostra vita mutati dalla luce costantemente che ci appaiono evidenti solo nei momenti di black out. La parola scivola verso Joe Lansdale, sul suo libro "L'anno dell'uragano". Dopo che Alessandro Perissinotto sfida la platea a vedere le molte facce del buio, perché l'unico modo per descrivere il buio è farlo attraverso luci, ombre, oppure i sensi, cioè tutto ciò che non è buio, Paolo Ruffilli confessa la sua passione di linguista spiegando come la parola buio sia impropria, derivando dal latino boreus e rimandandando ad una luce fioca o ridotta, utilizzando un artificio per indicare qualche cosa che non c'è in quanto la luce è sempre presente, ma a volte è coperta. L'unica signora sul palco si alza per ultima, Lella Costa che gioca con il buio in sala oltre il sipario e si congeda con il riferimento all'osservatorio di Palomar che ha bisogno dell'affetto degli abitanti della California nello spegnere le luci dei giardini per avere il buio che gli permetta di vedere le stelle.

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