07/09/2008 - Vocabolario europeo
VOCABOLARIO EUROPEO. La parola (d)agli autori
2008_09_07_191
Mircea Cartarescu - dal romeno, 'soart' s. f.: sorte, destino
Joseph Zoderer - dal tedesco, 'Heimat' s. m.: patria
Da quando la letteratura ha perso prestigio linguistico, gli scrittori non fanno più testo e le parole si sono un po' spente. E oggi che si cercano di definire gli elementi di una comune identità europea, il rischio è - anche dal punto di vista linguistico - di arrivare a un anonimo accordo al ribasso. Per evitare tutto questo, Festivaletteratura ha chiesto agli autori di riprendere la parola e di regalarne una, tratta dalla propria lingua, da inserire in un vocabolario condiviso. Al linguista Giuseppe Antonelli il compito di registrare le varie voci.
Da quando la letteratura ha perso prestigio linguistico, gli scrittori non fanno più testo e le parole si sono un po' spente. E oggi che si cercano di definire gli elementi di una comune identità europea, il rischio è - anche dal punto di vista linguistico - di arrivare a un anonimo accordo al ribasso. Per evitare tutto questo, Festivaletteratura ha chiesto agli autori di riprendere la parola e di regalarne una, tratta dalla propria lingua, da inserire in un vocabolario condiviso. Al linguista Giuseppe Antonelli il compito di registrare le varie voci.
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Italiano
Rumeno
Tedesco
Rumeno
Tedesco
Quanta poesia, quanto potere sta nascosto nelle parole, quanta bellezza nel loro suono. 'Soartă', ad esempio, è la parola romena per 'sorte', che per noi significa caso, destino, mentre in rumeno è sinonimo di dannazione, fatalità. «La sua sonorità è simile alla musica di un violoncello. Indica la lotta dell'individuo contro il destino, è l'insetto preso in una goccia d'ambra che combatte per liberarsi da quella morsa letale», spiega Mircea Cartarescu. Heimat, invece, è sinonimo di nido, più che di patria: «Cerco la mia heimat come Ulisse la sua Itaca», afferma Joseph Zoderer. «È la lingua la mia patria, quella più intima e consumata, la lingua dei sospiri segreti, la mezzana tra chi fa domande e il mondo che lo circonda». L'incontro continua ed è quasi commovente scoprire, attraverso la semantica, che il diverso non è poi così diverso, che la cultura, quando viene condivisa, discussa e confrontata, unisce più di qualsiasi mediazione politica.