13/09/2009 - Vocabolario europeo

VOCABOLARIO EUROPEO
. La parola (d)agli autori


2009_09_13_187
Coordina Giuseppe Antonelli


Franco Cordero - dall'italiano, sintassi s.f.
 Adam Michnik - dal polacco, zniewolenie s.n.: 'cattività'



Quattordici nuove parole entrano quest'anno nel Vocabolario Europeo. Avviato in occasione di Festivaletteratura 2008, il Vocabolario punta a raccogliere come patrimonio da condividere la pluralità di voci che innervano e mettono in relazione le culture e le lingue europee: voci intese come parole e nel contempo come scrittori, chiamati qui a scegliere le parole e a spiegarne i significati, attraverso il loro personale rapporto con ciascuna di esse.

Cura la redazione del vocabolario Giuseppe Antonelli, storico della lingua.
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Italiano
Polacco
Non poteva che essere «sintassi» il lemma del Vocabolario Europeo di Franco Cordero: la sua scrittura sorvegliata e densa sarebbe tra le poche ad uscire indenne dall'ideale clinica linguistica per il ridimensionamento della massa verbale, la cui inflazione è patologia della vita comunitaria. Da gabbia formale utile a ordinare le proposizioni in discorsi, sequenze evocative degli atomi del mondo, che si sostituisce alla più vaga metafora dell'intrecciatura, la nozione di sintassi assume il valore di metodo demistificante di ogni vacuità. La dittatura dei logofagi non cancella le parole, ma le rende inutilizzabili. Esemplari alcuni estratti citati da Giuseppe Antonelli, curatore del Vocabolario Europeo: il celebre discorso della «discesa in campo» di Silvio Berlusconi e un passaggio da "La scoperta dell'alba", romanzo firmato Walter Veltroni: in entrambi i casi lo stile percussivo, tanto ridondante nell'incedere quanto povero dal punto di vista lessicale, tenta di sopperire al vuoto del discorso, sia esso politico o letterario. La riduzione della sfera del pensiero è un rischio contro il quale il ruolo della sintassi assume un valore morale. Pertinente quindi il collegamento con il lemma proposto da Adam Michnik, «zniewolenie», traducibile come «assoggetamento mentale». Se attraverso la carcerazione il potere non riesce a minare la libertà interiore del detenuto, con il «brain-washing» raggiunge il proprio obiettivo: l'individuo è ridotto ad automa, ogni sensibilità morale è annullata. L'assuefazione alla chiacchiera preannuncia scenari orwelliani.

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