05/09/2012 - Vocabolario europeo

VOCABOLARIO EUROPEO. La parola (d)agli autori

2012_09_05_008
Jón Kalman Stefánsson: dall'islandese, 'snjór' s.m.: 'neve';
Péter Nádas: dall'ungherese, 'katlan' s.n.: 'paiolo';
coordina Giuseppe Antonelli

Catalano, francese, islandese, italiano, olandese, polacco, romeno, svedese, tedesco e ungherese: queste le lingue rappresentate nel "Vocabolario Europeo" 2012. Dieci nuovi lemmi, dieci nuove porte d'accesso all'intreccio delle culture del nostro continente e al lavoro che ogni autore conduce sulla lingua per trovare, raccontare e condividere il proprio mondo. Ai linguisti Giuseppe Antonelli, Matteo Motolese e Lucilla Pizzoli il compito di mettere in dialogo, ogni giorno, due parole e due scrittori.
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Italiano
Ungherese
Sono sempre maggiori le sfide per gli inviati al fronte, la branca in prima linea del giornalismo mondiale, alle prese con il difficile connubbio tra velocità di circolazione e diffusione della notizie, Twitter e verifica delle fonti.
L'identità europea passa per la sua diversità. 
L'Europa è caratterizzata dai molteplici paesi che la compongono, ognuno con la sua tradizione, la sua gastronomia, le sue usanze e ovviamente la sua lingua madre. Ecco perché il 2008 è stato dichiarato dall'UNESCO «l'anno della lingua madre». Per cogliere a fondo il significato di quest'iniziativa, occorre essere a conoscenza del progetto europeo di arrivare ad un livello nel quale ogni cittadino sia a conoscenza di tre idiomi, con i quali sia libero si esprimersi: una lingua europea scelta dal singolo secondo i propri gusti, l'inglese come lingua internazionale, e ovviamente la propria lingua madre. Dal 2008 ha inizio anche il progetto "Vocabolario Europeo", che in questi anni ha raccolto all'incirca sessanta parole, da autori dei diversi paesi.
"Vocabolario Europeo" si basa proprio sulla capacità degli scrittori, poeti e compositori di frugare nella propria lingua per riuscire così ad esprimersi con essa. Questo porta gli autori ad arrivare ad un'elevata conoscenza del proprio linguaggio, e proprio a loro viene chiesto di scegliere una parola che possa descrivere il loro paese, nella sua diversità e originalità. Dietro a ciascuna delle 60 parole, sta quindi una storia, che riguarda il paese di origine dello scrittore, la sua tradizione, i suoi mutamenti e le ideologie che caratterizzano quel particolare periodo. 
Jòn Kalman Stefànsson, islandese: 'snjòr'. In italiano il termine significa 'neve'. E proprio gli islandesi (altro che eschimesi) sono il popolo che ha mille e uno modi per descrivere il fenomeno. Le diverse parole per descrivere la neve quando c'è umido, quando c'è secco, quando tira vento o quando pioviggina nascono proprio dall'incapacità di accettare che ci sia un termine solo per parlare di un evento che ha molteplici facce, caratteristica tipica degli islandesi.
Pèter Nàdas, ungherese: 'katlan'. In italiano, 'paiolo'. Durante l'incontro, l'autore ci ha descritto i diversi significati della parola, come la grossa padella di metallo dove vengono cotti sul fuoco le pietanze più semplici caratteristiche della gastronomia ungara, oppure il cratere dell'omonimo vulcano dove si possono sentire suoni che ricordano il borbottio del bollire dell'acqua, o ancora una valle chiusa dove si può costringere un esercito, il quale, ritrovandosi senza uscita e quindi incapace di scappare, potrà essere finito. 'Katlan' può essere anche, da un certo punto di vista, la parola adatta a descrivere la situazione europea: un 'calderone' di culture derivate da paesi che si uniscono sempre di più tra di loro, come dice Pèter.
"Vocabolario Europeo" mette quindi due autori con due parole, l'uno di fianco all'altro, davanti a un tavolo ed un pubblico, dando vita ad un incontro di confronto che punta a preservare la diversità linguistica europea.

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