08/09/2012 - Il furioso in festa

IL FURIOSO IN FESTA

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Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori: ecco finalmente Ludovico Ariosto che torna a Palazzo Te. Due serate - per quattro tornate complessive d'incontri - da passare in festa e in letizia tra le ottave dell'Orlando Furioso. Poeti, artisti, narratori e studiosi, dispersi per le sale di Palazzo Te, leggono, interpretano, reinventano il poema seguendo il proprio piacere. Al pubblico la sorte di andare alla loro ricerca, ben sapendo - come accade ai cavalieri cristiani e saracini - che è nel percorso che si presentano nuove avventure e inattese meraviglie.

Nelle tornate pomeridiane la festa si apre anche ai bambini.


La durata di ogni tornata è di circa tre ore.

All'interno delle sale non sono previsti posti a sedere.
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Nelle sale e nei giardini del palazzo Te nelle serate di venerdì e sabato nel pomeriggio è andato in scena questo multi-evento, in cui autori, scrittori e musicisti si sono intervallati (e a volte sovrapposti) nel racconto della straordinaria opera di Ludovico Ariosto. Stefano Scansani ha parlato «dell'uomo Ariosto» nell'Esedra del Palazzo. Molteplici sono stati i riferimenti al quotidiano, per farci comprendere meglio lo straordinario viaggio nel fantastico che ha fatto per scrivere la sua opera. Gli spettatori con in mano la cartina e il naso per aria, persone che non erano mai state a Mantova e la prima volta nella loro vita vedevano la meraviglia di Palazzo Te, erano a metà tra l'incerto, il confuso (bisogna dire che ogni tanto non è semplicissimo capire dove andare e chi sta facendo cosa) e l'affascinato; Matteo Corradini ha raccontato una storia di coppia moderna, disturbata dall'intervento dell'Ariosto, sbattendo un mestolo su un coperchio di stagno all'interno della Camera dei Venti; Lo sguardo limpido di Bianca Pitzorno, con indosso la polo blu, dentro la Camera di Amore e Psiche ha raccontato di Bradamante e Malfisa, le donne guerriere che l'hanno sempre affascinata, delle donne che fanno l'uomo (e tutto va bene), ma quando vogliono tornare a fare le donne «è un po' un casino»; Piero Dorfles sotto l'angolo più bello della Sala dei Giganti, ha raccontato di Astolfo arrivato sulla Luna per cercare il senno dell'impazzito Orlando. Ha spiegato come per l'Ariosto sulla Luna ci sia l'inconscio, l'irrazionale che fa irrimediabilmente parte dell'uomo, quindi «se ci comportiamo in modo pazzo, non siamo né folli né lunatici, ma è la nostra parte irrazionale che si specchia nella Luna» (Prendere nota di questa giustificazione in futuro, farete un figurone!). E poi Melania Mazzucco, Marco Baliani, Accademia degli Invaghiti, Simonetta Agnello Hornby, Andrea Canova, Davide Longo, Matteo Motolese, Federica Canepanaro, Franco Farinelli, Paolo Panaro, Francesco Piccolo e Giovanni Nucci, nascosti per le stanze del Palazzo e pronti a declmare, raccontare e far rivivere al pubblico l'atmosfera del Palazzo d'Atlante mantovano. Insomma, un breve promemoria per chi c'è stato e sta ancora tentando di assimilare la quantità di elementi presenti in quelle tre ore di viaggio (metaforico e reale), e giusto qualche spunto per chi se l'è perso. Perché magari ora gli è venuta voglia di andare a cercare l'"Orlando Furioso" tra i libri di scuola e di andare a leggerselo a Palazzo Te. Festivaletteratura serve anche a questo!

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